Renzi-Letta, il disgelo dopo i veleni

di Giovanna Casadio per La Repubblica

E questa volta c’è stato il tempo per guardarsi negli occhi. Enrico Letta e Matteo Renzi, i due democratici protagonisti della staffetta, brutale e improvvisa, alla guida del governo, si sono visti a Palazzo Chigi. Incontro riservatissimo, martedì, prima della settimana di passione del premier per le coperture per gli 80 euro in busta paga.

Renzi lima il provvedimento con il ministro Padoan, ascolta i consigli del sottosegretario Delrio, si inalbera con i funzionari del Mef. L’ex premier Letta accetta il faccia a faccia per parlare di economia, di Europa, di quanto al suo governo si deve in termini di correttezza dei conti e di credibilità internazionale.

Il disgelo è un processo lento. I due non hanno firmato una tregua. Entrambi vogliono che l’incontro resti segreto. Il presidente del Consiglio vorrebbe ricucire un rapporto, ma da parte dell’ex premier c’è solo un certo fair play nel nome – spiega agli amici – dell’interesse generale del paese. Da quel 13 febbraio in cui la direzione del Pd lo liquidò con uno stentato ringraziamento, sono passati poco più di due mesi…

Qualcosa è cambiato nelle ultime settimane. L’appuntamento se lo danno, o almeno Renzi lo sollecita, il 19 marzo… Infine Letta accetta. Si parla molto di Europa.

Non di ruoli in Europa per Letta, però. Renzi non li offre e l’ex premier non ha nessuna intenzione di proporsi… Però i lettiani non hanno affatto abbandonato l’idea che “Enrico possa avere un ruolo importante in Europa”… Non sono molte le caselle a disposizione per l’Italia in Europa. E Massimo D’Alema è considerato il più papabile come commissario Ue. Però c’è anche la presidenza italiana del semestre europeo e quindi la necessità di competenze d’alto profilo. Molte cose cambieranno a Bruxelles e a Strasburgo. Non solo. L’Italia vuole creare una forza d’urto per cambiare l’Europa dell’austerity. Renzi ha bisogno di tutti.