Renzi non è un uomo solo al comando

dalla Redazione

Sul Corriere della Sera Ernesto Galli della Loggia scrive: “Nell’Europa «normale» si diventa capi del governo dopo aver vinto le elezioni, in Italia no. Da noi basta vincere (sia pure alla grande) le primarie del Pd”. In pratica Matteo Renzi sarà premier “non solo senza aver mai partecipato a una competizione politica nazionale, e tanto meno aver in essa vinto alla testa di un partito, ma senza neppure sedere in una delle due Camere elettive, dal momento che, come si sa, egli non è né deputato né senatore. Una delle tante anomalie della vita pubblica nella patria della Costituzione «più bella del mondo». Le anomalie però talvolta costano care. E ad accorgersene potrebbe essere proprio Renzi”,  la cui “è stata fino a oggi nella simpatia e nel consenso che egli sapeva ottenere presso l’opinione pubblica. Ma quando siederà a Palazzo Chigi, arrivatovi tuttavia nel modo che proprio lui aveva tante volte condannato: per designazione di una nomenclatura di partito – non potrà fare appello ad alcuna volontà popolare, ad alcun patto politico con gli elettori. Sarà solo”.

Sì Renzi potrebbe restare da solo, ma adesso di sicuro ha tutti con lui. Dai poteri forti a giornali e tv. Di destra e di sinistra. Da Vespa a Floris. Da Mentana a Ezio Mauro, da De Benedetti a De Bortoli. Da Della Valle a Maria De Filippi, da Tony Blair a Oscar Farinetti. Da Cesare Prandelli a Giorgio Gori. Da Jovanotti ad Alessandro Baricco. Da Antonio Campo dall’Orto a Daria Bignardi.  La forza di Renzi sta nel fatto di essere nazional popolare, che buca il video e che fa breccia nei monologhi tra la gente. Strappa applausi come solo Grillo e Berlusconi sanno fare sul palcoscenico. Se poi farà il national popolare anche da premier, con decisioni contro la casta di Stato, ecco che non sarà mai solo. Insomma, come scrisse il Giornale di Berlusconi: “Renzi ha le palle”.