Renzi riscopre la piazza e Bella Ciao per catturare Sì al referendum

Il Pd di Matteo Renzi riscopre la piazza e pure Bella ciao. D’altronde in campagna elettorale tutto è lecito anche la canzone tanto cara ai compagni. “Come sono belle le riunioni in streaming ma quanto è bello tornare ad abbracciarsi in piazza. Il nostro destino non è litigare al nostro interno ma cambiare l’Italia”, queste le parole del premier dal palco di Piazza del Popolo a Roma. Ma dopo la parte degli abbracci, Renzi non ha fatto sconti né usato toni pacifici criticando duramente la sinistra del suo partito. Assente in piazza, fatta eccezione per Gianni Cuperlo. “Sull’Italicum non abbiamo aperto ma spalancato le porte. Ora non si usi la legge elettorale come alibi perché siamo pronti a cambiarla”, ha spiegato il presidente del Consiglio, “Il punto non è più questo ma è se vogliamo continuare a guardare soltanto la nostra storia o ci va di parlare finalmente del futuro del Paese. Tocca a noi decidere se costruire il futuro o fare come quando passa il treno e non si sale: per paura, per pigrizia, per ritardo. Noi ci dobbiamo salire sul treno e guidarlo”.

Spazio ovviamente alle stoccate a tutti gli avversari. Da D’Alema, ai 5 Stelle passando per Brunetta. “Perché si dice di No? Perché non l’ho pensata io, sostiene la vecchia guardia che dice ‘se la scrivevamo noi sarebbe stata meglio’, può darsi, il punto è che non l’hanno scritta, l’hanno discussa, contestata, chiacchierata, digerita e poi si sono dimenticati di scriverla. Il fatto che voi avete fallito non vuol dire che dovete far fallire noi”. Su D’Alema il premier ha attaccato ancora: “D’Alema ha detto parole sugli anziani che vorrei fossero parole scappate per sbaglio. Il punto è un altro, come mi ha detto qualche sindacalista dei pensionati che è qui: ‘noi votiamo sì, perché li abbiamo visti all’opera’”. Stoccate ai 5 Stelle che secondo Renzi insultano ma non aiutano a costruire il futuro. E poi ancora: “Il vero partito della nazione è quello del No, che va da Brunetta a Travaglio, da Gasparri a Tremonti, da Berlusconi a D’Alema. Può dire solo di no, questo è il partito che vuole bloccare l’Italia”.