Renzi trattato come Berlusconi

di Fausto Cirillo

Più degli eventuali (e per nulla evidenti) risultati ottenuti in sede europea, continua a tenere banco lo scambio di sorrisini esibito l’altro ieri in conferenza stampa tra il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy e il presidente della commissione Ue Jose Manuel Barroso. Troppo simili a quelli regalati nel 2011 da Angela Merkel e Nicolas Sarkozy dopo una domanda su Silvio Berlusconi per non scatenare la reazione della stampa italiana. Per evitare che l’episodio si trasformi in un incidente internazionale, il portavoce del presidente del Consiglio Ue Dirk De Backer si è affrettato a parlare di «un deliberato errore di interpretazione», che lo stesso Matteo Renzi ha definito «lontana dalla realtà. Se Van Rompuy e Barroso sono contenti io sono contento per loro, ma il mio obiettivo è far sorridere le famiglie italiane». Abile battuta che non sembra convincere nemmeno i suoi. A tradire lo stato d’animo del Partito democratico, preoccupato che il suo segretario venga trattato come un ragazzo inesperto in un consesso così decisivo per le sorti economiche del Paese, è stato ieri il senatore Francesco Russo. «L’Italia non è lo zimbello d’Europa: dell’Europa è classe dirigente. E merita rispetto. Per gli sforzi che negli ultimi anni ha fatto e che sta continuando a fare» ha reagito a muso duro. «Barroso e Van Rompuy possono anche non essere d’accordo sulle proposte del premier Renzi se nutrono perplessità controbattano con argomenti fondati. Ma non si permettano di scambiarsi sorrisini ironici. E chiedano scusa. Perché quello di ieri è uno schiaffo gratuito, un’offesa che l’Italia non merita. Anche perché se il nostro continente è attraversato da sentimenti di diffidenza e talvolta di rabbia verso le istituzioni europee, significa che, forse qualche errore di valutazione, in passato, è stato fatto». Osservazione sacrosanta, che trova d’accordo anche Forza Italia. Maria Stella Gelmini ieri ha parlato apertamente di «offesa per l’Italia» e ha solidarizzato con Renzi «dal quale tante cose possono e potranno dividerci. Ma quando in gioco è l’immagine e la dignità della Nazione, le distinzioni devono cadere. In questo senso – ha precisato – Forza Italia è profondamente diversa dal Pd, partito che non esitò a strumentalizzare a fini di politica interna, con ciò pugnalando il Paese alle spalle, i sorrisi non meno irrispettosi fra Sarkozy e Merkel ai danni dell’allora presidente Berlusconi. Quando si parla della credibilità dell’Italia nel mondo si parla soprattutto della credibilità del suo ceto politico e della sua capacità di difendere l’onore e la dignità del Paese ma non a corrente alternata, come fa il Pd. Si chiami Renzi o si chiami Berlusconi il presidente del Consiglio, l’Italia viene prima di ogni bega o distinzione». Ben detto.