La Sveglia

Renziani a sua insaputa. Berlusconi è rimasto ai tempi di Mangano. Il solito bestiario elettorale. La sveglia di Giulio Cavalli per La Notizia

Renziani a sua insaputa. Berlusconi è rimasto a Mangano. Il solito bestiario elettorale. La sveglia di Giulio Cavalli per La Notizia

Renziani a sua insaputa. Berlusconi è rimasto ai tempi di Mangano. Il solito bestiario elettorale. La sveglia di Giulio Cavalli per La Notizia

Si rientra dal Ferragosto lanciati, gambe in spalla per un campagna elettorale che non smette di regalare mostruosità. Eccoci al nostro quotidiano bestiario elettorale.

Bassetti s’offre, si offende e s’offre di nuovo

Vi ricordate che il virologo che voleva essere una rockstar Matteo Bassetti proprio ieri si era lamentato dei giornalisti che avrebbero inventato un suo ingresso in politica che lui stesso evocava? Beh, ieri si è superato. Intervistato da Adnkronos Salute Bassetti ha dichiarato: «sono contento di fare il medico e il professore universitario. Non mi candido» e quando gli hanno chiesto dell’ipotesi di fare il ministro della Salute ha risposto «vedremo cosà succederà dopo il 25 settembre, chi sarà il premier». Ecco il problema: Bassetti non vuole fare la campagna elettorale, altrimenti si sgualcisce il camice.

Lotti di renzismo

Luca Lotti, uno di quelli che aveva l’enorme qualità politica di essere amico del capo ai tempi di Renzi, se la prende con il PD per la sua mancata candidatura facendoci sapere di avere sempre tenuto «unito e compatto» il «suo» partito e di avere saputo della sua esclusione dal «suo» segretario. Ma scusate? Ma Lotti non si era autosospeso dal partito? Possibile che renziani e ex non riescano ricordarsi una bugia per più di qualche ora? Conclude dicendo: «il Pd è casa mia. Lo sarà anche in futuro». Sembra una minaccia.

Qualcuno svegli Berlusconi

Silvio Berlusconi rilascia un’intervista a politico.eu e dichiara: «Il rischio di astensionismo è molto alto. Questa è una delle ragioni – non la più importante, naturalmente – per le quali avremmo preferito che il governo Draghi potesse continuare fino alla fine naturale della legislatura, e si andasse a votare nella primavera del 2023. Non è stato possibile, per il comportamento irresponsabile dei Cinque Stelle e per le manovre ambigue del Partito democratico». Per Berlusconi PD e M5S hanno fatto cadere Draghi, mica Forza Italia e la Lega che non hanno votato la fiducia. Qualcuno lo svegli, per favore, fatelo tornare nel 2022. Altrimenti fra poco lo ritroveranno mentre cerco Vittorio Mangano nelle sue stalle.

Tengo famiglia

Ci si è indignati per la candidatura alle parlamentarie del Movimento 5 Stelle (e in effetti non è un bello spettacolo) del compagno di Dadone, del fratello di Sorial, quelli di Buffagni e di Trenta. A onor del vero dovranno sottoporsi ai voti degli iscritti. Ci si è lamentati per la probabile candidatura di Elisabetta Piccolotti, compagna di Nicola Fratoianni, dimenticandosi che è stata tra i fondatori di Sinistra Italiana. S’odono pochi lamenti per la candidatura blindata (e quindi elezioni) del figlio del presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, messo in posizione sicura all’interno di una lista bloccata. Stavolta niente lanciafiamme, vero?

Giornalisti giornalisti

Sul fronte Lega tra le candidature spuntano i nomi di Maria Giovanna Maglie, Hoara Borselli, Annalisa Chirico. Non l’avremmo mai detto. Sono candidature di una certa levatura. Esperienza politica? Twitter. Le parlamentarie nel partito di Salvini funzionano con i cuoricini sotto i post.

I terzi populisti

Uno scambio meraviglioso catturato su Twitter di due elettori di Renzi-Calenda, il polo della serietà. Il primo scrive: «La superiorità del programma del #TerzoPolo rispetto a quello della destra/sinistra populista è imbarazzante». Gli risponde Simonella: «Dove si può leggere? Mi risulta che lo presentino giovedì». E lui: «Hanno fatto uscire un po’ di schede. lo ho letto pnrr e nucleare». Stanno parlando di una presentazione PowerPoint stile tesina alle scuole medie. Sono dei fenomeni, davvero.

 

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