I renziani si attaccano alla toga di Emiliano. E sotto congresso si ricordano che il governatore non ha lasciato la magistratura

Un attacco diretto a Michele Emiliano. Che colpisce l'aspettativa dalla magistratura presa dal presidente della Regione Puglia, in pieno congresso.

Un attacco diretto a Michele Emiliano. Che colpisce direttamente l’aspettativa dalla magistratura presa dal presidente della Regione Puglia, proprio in clima congressuale. La presidente della commissione Giusitizia, Donatella Ferranti, ha aperto le danze con un’intervista a La Repubblica: “Siamo di fronte a un caso limite. Per un magistrato un conto è partecipare attivamente alla vita politica, mettendosi ovviamente in aspettativa, altro è non solo iscriversi a un partito, ma entrare nella sua direzione, al punto da candidarsi alla guida”. E ancora: “Io credo che per i ruoli politici che Emiliano ha già rivestito nel partito, abbia già fatto una scelta di campo, quella della politica”. Una posizione legittima, per carità. Ma che arriva in clima di campagna elettorale nel Pd.

Così le parole della Ferranti hanno subito provocato una replica del procuratore di Torino, Armando Spataro, soprattutto sul procedimento disciplinare aperto sul conto di Emiliano:”L’on.le Ferranti, al di là della legittima espressione delle proprie opinioni ha ritenuto di entrare nel merito dell’accusa disciplinare elevata nei confronti del dr. Emiliano, motivandone il fondamento persino con citazioni giurisprudenziali. Non cederemo alla tentazione del processo mediatico, soprattutto per rispetto della Sezione Disciplinare del Csm che giudicherà il mio assistito, ma, quale difensore, auspico che altrettanto facciano coloro che esercitano pubbliche funzioni, tra i quali i magistrati formalmente e legittimamente impegnati sul piano politico”.