Report sotto inquisizione. Articolo 21 in piazza contro il bavaglio stampa

Martedì prossimo la Commissione Vigilanza Rai sentirà in audizione Sigfrido Ranucci, vicedirettore degli Approfondimenti e conduttore di Report.

Report sotto inquisizione. Articolo 21 in piazza contro il bavaglio stampa

La data è da cerchiare in rosso: 7 novembre. Martedì prossimo la Commissione Vigilanza Rai sentirà in audizione Sigfrido Ranucci, vicedirettore degli Approfondimenti e soprattutto conduttore e anima di Report. Difficile capire su cosa verterà l’audizione. O, perlomeno, difficile capirlo formalmente. Perché non c’è dubbio alcuno che la necessità da parte della maggioranza di convocare Ranucci nasca dopo le inchieste condotte dal programma: una sulla ministra del Turismo Daniela Santanché, l’altra sul presidente del Senato Ignazio La Russa.

Martedì prossimo la Commissione Vigilanza Rai sentirà in audizione Sigfrido Ranucci, vicedirettore degli Approfondimenti e conduttore di Report

Senza dimenticare, ancora, tutto il fronte caldo a Forza Italia. A rivelarlo è stato il senatore Maurizio Gasparri, componente della Commissione di Vigilanza Rai che mercoledì ha annunciato: “E quindi Ranucci ed altri dirigenti della Rai verranno in Vigilanza e ci dovranno spiegare chi era e quanto è costato quello che ad avviso di molti era un vero e proprio figurante spacciato, durante la trasmissione di Report, per un parlamentare di Forza Italia. Del resto non potranno avvalersi di un segreto professionale trattandosi del servizio pubblico che, con notizie inventate, denigra una forza politica presente in Parlamento”.

Il riferimento è al servizio andata in onda nella trasmissione Report sul presunto testamento colombiano di Silvio Berlusconi che ha fatto rivoltare gli azzurri. Parole a cui avevano risposto indignati i parlamentari del Movimento cinque stelle in Commissione secondo cui questa convocazione “è un atto intimidatorio nei confronti della libera informazione e un precedente grave che apre la porta a una interpretazione distorta e strumentale delle funzioni della commissione”, con tanto di stoccata agli azzurri: “Chi si ritiene diffamato si rivolga eventualmente a un giudice, ma la Vigilanza non può essere utilizzata come un tribunale dell’inquisizione”.

Articolo21 ha deciso di manifestare la propria solidarietà a Ranucci con una manifestazione che si terrà al Pantheon

Difficile dar loro torto. E non a caso una delle associazioni più rappresentative del mondo della stampa, “Articolo21”, ha deciso di manifestare la propria solidarietà a Ranucci e alla squadra dei suoi inviati con una manifestazione che si terrà al Pantheon poco prima che lo stesso Ranucci raggiunga la Commissione in compagnia del direttore degli Approfondimenti, Paolo Corsini. L’associazione, infatti, ha promosso, già con notevoli adesioni, una “passeggiata” di lotta, che si concentrerà al Pantheon alle 19,30 di martedì 7 novembre. “Sarà un’iniziativa ovviamente pacifica e limitata per la brevità dei tempi organizzativi – hanno fatto sapere i promotori – Ma vuole essere, oltre che una ferma critica delle destre e delle dure parole di Maurizio Gasparri peraltro anticipate da Report, una gentile sveglia per le forze dell’opposizione. Una simile richiesta inquisitoria si respinge al mittente. Senza se e senza ma”.

Mai prima d’ora il Parlamento era entrato nel merito dei contenuti di un programma di approfondimento

Al di là di cosa emergerà nell’audizione, resta tuttavia un problema di fondo. Questa convocazione, infatti, rischia di creare un pericoloso precedente perché la Vigilanza non dovrebbe occuparsi dei contenuti delle trasmissioni, soprattutto quelle giornalistiche, ma dovrebbe limitarsi alla definizione dell’indirizzo da seguire nella programmazione, all’analisi dei costi sostenuti per la loro realizzazione e si occupa della disciplina della comunicazione politica e di parità di accesso ai mezzi di informazione in particolare durante le fasi elettorali. Peccato che tutto ciò al centrodestra non sembra interessare granché. Perché, al di là dei formalismi e delle ragioni ufficiali, è evidente a tutti che la convocazione potrebbe avere pure l’obiettivo di “intimorire” chi finora è sempre stato “cane da guardia” del potere.