Respinta la sfiducia a Ursula. La resa dei conti è solo rinviata

FdI non partecipa al voto come Avs. Lega e Cinque Stelle a favore, contrari FI e Pd. Ma tre dem si chiamano fuori

Respinta la sfiducia a Ursula. La resa dei conti è solo rinviata

Come ampiamente previsto non è passata la mozione di sfiducia a Ursula von der Leyen e alla sua Commissione. Ma Socialisti, Liberali e Verdi – che assieme al Ppe fanno parte della maggioranza Ursula – rinviano l’appuntamento per la verifica a settembre quando si terrà il discorso sullo stato dell’Unione e l’approvazione del bilancio pluriennale.

In quella mozione di sfiducia, promossa da Gheorghe Piperea, europarlamentare dell’estrema destra di Aur che siede tra i banchi dei Conservatori, si è infatti concentrata tutta la tensione che, da mesi, segna la maggioranza Ursula.

I malumori di Verdi, Socialisti e Liberali

L’accusa, da parte di Verdi, Socialisti e Liberali, è ormai invariata: il Ppe, con la più classica della politica dei due forni, non tiene fede al patto europeista. I malumori si concentrano in un dato. In pochi mesi la maggioranza Ursula ha perso 10 voti al Parlamento europeo, passando dai 370 consensi, incassati quando la Commissione si insediò alla fine dell’anno scorso, agli attuali 360. Di fatto esattamente la metà dei 720 eurodeputati di cui è composta l’Eurocamera.

A novembre scorso votarono 688 eurodeputati. Oggi invece – 360 voti a suo favore, 175 per le sue dimissioni e 18 astenuti – si è registrata una partecipazione molto ridotta: solo 553 hanno espresso il loro voto. Il voto ha spaccato il gruppo dei Conservatori e anche la maggioranza e l’opposizione italiane.

Il voto ha spaccato il gruppo dei Conservatori e anche la maggioranza e l’opposizione italiane

Il voto sulla mozione di sfiducia “non è la nostra battaglia e le nostre delegazioni non hanno partecipato alla votazione”. Termina così un comunicato sottoscritto dal capo delegazione di FdI al Parlamento europeo Carlo Fidanza, e i capi delegazione della maggioranza del gruppo Ecr.

Tra loro i numeri uno della delegazione ceca, quella spagnola, quella lituana, quella bulgara e quella lettone. La maggioranza di Ecr, a eccezione delle delegazioni di Pis e Aur, prende atto della mozione di censura contro la Commissione, ma la definisce “un’iniziativa poco più che simbolica, poiché non ha mai avuto reali possibilità di successo”.

“Al contrario, come prevedibile, ha purtroppo offerto alle sinistre l’occasione per ricattare politicamente la Commissione”, scrivono Fidanza e colleghi.

FdI e Avs non hanno partecipato al voto, Lega e 5S favorevoli alla sfiducia. FI e Pd contrari

Dunque si è spaccata, come dicevamo, la maggioranza italiana. I meloniani non hanno partecipato al voto, gli azzurri hanno bocciato la mozione, in linea col Ppe di cui Forza Italia fa parte, e la Lega invece, come il gruppo dei Patrioti e Sovranisti, ha votato compatta a favore della mozione.

Per la sfiducia si sono schierati i Cinque Stelle, da sempre critici nei confronti di un commissione guerrafondaia che sta tradendo il Green deal e che tace sulla mattanza a Gaza.

Ma tre dem si chiamano fuori

Il Pd ha votato contro la mozione ma 7 dem non hanno partecipato al voto. Tra loro, l’assenza di Cecilia Strada, Marco Tarquinio e Alessandro Zan è stata motivata politicamente.

Mentre, stando a quanto riferito da fonti Pd, Giorgio Gori, Elisabetta Gualmini e Matteo Ricci erano assenti per concomitanti impegni. Per Brando Benifei invece c’è stato un malfunzionamento della scheda di voto.

“Sono uno dei deputati europei ed europeisti che hanno deciso di non partecipare al voto. Non avrei mai potuto dire di sì alla mozione di censura presentata dalle destre anti-europee e non ho inteso dare fiducia anche in modo indiretto alla Presidente di una Commissione europea che sta insidiando e svalutando il ruolo del Parlamento europeo e ha dato impulso o legittimato politiche europee e nazionali – comprese quelle del governo Meloni – che mettono in questione valori e diritti fondamentali in tema di pace, riarmo, politiche sociali, governo delle migrazioni umane e conversione ecologica della nostra economia”, ha dichiarato Tarquinio.

Tra gli italiani, non hanno partecipato al voto nemmeno la delegazione dei Verdi – in dissenso dal gruppo – e i due eurodeputati della Sinistra, Mimmo Lucano e Ilaria Salis.