Retromarcia sulla Manovra. A destra finisce in rissa

Salvini furibondo con il ministro dell'Economia Giorgetti. Il motivo dell’ira del leader della Lega è la Manovra appena varata.

Retromarcia sulla Manovra. A destra finisce in rissa

Pare che Matteo Salvini sia furibondo con il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, che, sia detto per inciso, appartiene al partito di cui il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti è al momento leader indiscusso. Il motivo dell’ira di Salvini è la Manovra. La legge di bilancio, varata in ristrettezze, ha previsto un giro di vite sulle pensioni indigeribile per il leader della Lega che andava in giro indossando felpe con la scritta “Stop Fornero”. Ebbene, le norme sulla previdenza contenute nella legge di Bilancio non solo non aboliscono i requisiti introdotti nel 2011 ma in certi casi provvedono a inasprirli. Mettendo in atto un tradimento delle promesse elettorali, sbandierate dalla Lega, che grida vendetta.

Salvini furibondo con il ministro dell’Economia Giorgetti. Il motivo dell’ira del leader della Lega è la Manovra appena varata

Praticamente in Italia sarà quasi proibito andare in pensione prima. O meglio chi deciderà di farlo pagherà un prezzo salato. Giorgetti ha stabilito che si potrà andare in pensione nel 2024 con 63 anni di età e 41 di contributi (erano 62 e 41 nel 2023) ma alla stretta sull’età si aggiunge un taglio sull’importo. Uscendo con 63 anni, quattro anni prima dell’età di vecchiaia, si avrà una riduzione di circa il 4% sull’importo complessivo. Si avrà, infatti, una riduzione sulla quota retributiva (circa un terzo del totale in media), basata sul rapporto tra il coefficiente di trasformazione per l’età di uscita e quello dell’età di vecchiaia, di circa il 12% nel caso di quattro anni di anticipo.

Si allungano inoltre le finestre per l’uscita: da tre a sei mesi per il privato e da sei a nove mesi per il pubblico. L’età di accesso all’Ape sociale – l’indennità per disoccupati, invalidi, caregiver, lavoratori gravosi – sale da 63 anni a 63 anni e cinque mesi. La versione delle destre di Opzione donna, già severa da avere creato 20mila esodate per i paletti inseriti, diventa ancora più rigida. Ora sale pure l’età da 60 a 61 anni e 35 di contributi con sconto fino a due anni se ci sono figli. Insomma un giro di vite indigesto per Salvini.

Tanto che il suo capogruppo alla Camera, Riccardo Molinari, lascia chiaramente intendere che ora il Carroccio punta a cambiare le norme sulla previdenza in Manovra. “Bisogna sicuramente pensare ai giovani. Ma rispetto a quello che abbiamo letto in queste ore, secondo la Lega, visto che le pensioni sono un tema centrale del nostro programma elettorale e del programma del centrodestra, si può fare uno sforzo in più”, dichiara. Ma a questo punto sorge spontanea una domanda. Cosa faceva il Salvini ministro quando a Palazzo Chigi si votava la stessa Manovra? “Viene da credere che in quel momento stesse dormendo beatamente”, affermano in una nota i senatori del M5S Orfeo Mazzella, Barbara Guidolin ed Elisa Pirro.

Allo stesso modo hanno tradito i propri elettori gli azzurri. Forza Italia prometteva di aumentare le pensioni minime. E di non alzare le tasse. Queste promesse tradite diventano ancora più gravi alla luce dell’emergenza salariale di lavoratori e pensionati. I dati che arrivano dall’Inps ci dicono che il 58% delle pensioni erogate nel 2022 ha un importo mensile inferiore ai 1.000 euro. Mentre la quota di pensionati con un reddito da pensione al di sotto di questa soglia si attesta al 31,9%, per la possibilità di cumulo di più trattamenti pensionistici.

L’istituto previdenziale spiega che la percentuale dei redditi sotto ai mille euro è più alta per le donne (39,4%) rispetto agli uomini (23,9%). Si tratta di 5,15 milioni di pensionati nel complesso che ricevono l’11% della spesa totale. I pensionati con i redditi più alti (almeno 5mila euro al mese lordi) sono 365.957 (il 2,3% del totale) e concentrano il 9,4% della spesa. Aumenta anche la disparità tra uomini e donne in termini di assegni. Le donne pensionate alla fine dello scorso anno erano 8.337.089 a fronte di 7.794.325 uomini (16,13 milioni nel complesso) ma sebbene rappresentino la quota maggioritaria sul totale dei pensionati (il 52% dei 16,13 milioni complessivi) percepiscono solo il 44% dei redditi da pensione.

Forza Italia e Lega in pressing su fisco e pensioni

A fronte di un reddito medio da pensione di 19.976 euro nell’anno quello delle donne è inferiore del 27% rispetto a quello degli uomini (16.991 contro 23.167 euro). Dall’analisi della distribuzione territoriale di pensioni e pensionati si osserva che sia pensioni che pensionati si concentrano maggiormente nelle regioni settentrionali (rispettivamente il 47,4% e il 47,8% del totale). Gli importi medi delle pensioni sono più elevati al Nord rispetto al resto dell’Italia (+7,4 punti percentuali rispetto alla media nazionale). Anche per quanto riguarda il reddito pro capite, è il Nord quello con la media più alta (+6,5% rispetto alla media nazionale), seguito dal Centro (+5,5%), mentre nel Mezzogiorno si rilevano valori al di sotto della media nazionale. Numeri che mettono all’angolo il governo.

A chi le chiede se cambierà qualcosa sulle pensioni nella Manovra, la ministra del Lavoro, Marina Elvira Calderone, rimane vaga: “Io commento le norme quando ci sono. Nel frattempo, intanto che non c’è, ovviamente ci si lavora”. Interviene anche Giorgetti. “Le indiscrezioni giornalistiche sulla legge di Stabilità pubblicate in questi giorni su diversi temi di grande interesse (ad esempio pensioni, tasse, presunti prelievi da conti correnti e altro) sono frutto di bozze non definitive, non diffuse dal Mef e dunque da ritenersi non attendibili”, afferma il ministero dell’Economia in una nota.

La premier Meloni fa saltare i pignoramenti facili dell’Erario

Il clima, peraltro, è agitato dal fuoco amico sulla Manovra: la Lega sulle pensioni, FI sulla cedolare secca e sulle tasse sulla casa, ed entrambi sulle norme sui pignoramenti sprint del fisco. Tanto che in serata interviene Giorgia Meloni per bloccare la norma sul prelievo dai conti correnti. “Non se ne parla, questa norma non passa”: le parole della premier subito dopo aver letto la misura. E c’è già chi scommette che Giorgetti sarà costretto a rimettere mano a tutta la Manovra, a partire proprio dalle pensioni. Salvini fa sapare che la Fornero non tornerà e nega pure Quota 104. Vedremo.