Revelli: “L’Ungheria viola ogni diritto. Va cacciata dall’Europa e non avrebbe dovuto mai entrarci”

Parla il politologo Marco Revelli: "Il governo mente quando dice di aver fatto il possibile per Ilaria".

Revelli: “L’Ungheria viola ogni diritto. Va cacciata dall’Europa e non avrebbe dovuto mai entrarci”

Continua a far discutere il caso della detenzione shock di Ilaria Salis, portata incatenata in tribunale a Budapest. Marco Revelli, storico e politologo, cosa ne pensa?
“È un’immagine scandalosa e inaccettabile. Parliamo di qualcosa che non è ammissibile in nessun Paese, non solo Europeo, che possa essere considerato minimamente civile. Quanto accaduto non è soltanto una violazione dello Stato di Diritto ma delle più elementari regole del rispetto umano, è la scena di una persona trattata come un animale”.

Le sembra possibile che un Paese come l’Ungheria che sistematicamente nega lo Stato di diritto, come certificato da risoluzioni dell’Europarlamento e da sentenze della Corte Ue, sia stato ammesso nell’Ue e soprattutto non pensa che, davanti a tante violazioni, Bruxelles dovrebbe espellere Budapest?
“Se le cose avessero un senso, l’Ungheria non avrebbe dovuto neppure entrare nell’Unione europea, così come un certo numero di cosiddetti nuovi membri che si sono aggiunti ai quindici Stati fondatori, perché non ha i requisiti minimi nelle pratiche quotidiane, nello stato delle carceri, nel grado di corruzione e nella mancanza del rispetto dei diritti umani. Credo sia stato un errore farli entrare, fatto sulla base di calcoli politici scellerati, e sono convinto che non ci siano le condizioni affinché rimanga nell’Unione. Eppure non posso che constatare che l’Ungheria rimane nell’Ue. Per questo dobbiamo chiederci come sia possibile che tutto resti così com’è e perché si permetta a Orbàn di portare avanti un continuo gioco di negoziazione con l’Ue, in modo non dissimile da quanto fa Erdogan con la Nato. A mio avviso l’unica spiegazione è che dietro ci sia sempre uno scambio politico in cui alla fine vincono sempre i dittatori che offrono garanzie strategiche e geopolitiche in cambio delle quali la comunità internazionale chiude un occhio sulle violazioni perpetrate nei loro Paesi. Purtroppo credo finirà così anche in questo caso, con Orbàn che alla fine si allineerà alla richiesta di continuare a finanziare il disastro ucraino e in cambio gli sarà perdonato tutto. Così la povera Ilaria non sarà altro che una pedina in un gioco più grande di lei. Detto questo, ci tengo a sottolinearlo affinché sia chiaro, a mio avviso l’Ungheria andrebbe espulsa su due piedi dall’Ue”.

Intanto fa discutere la morbidezza della Meloni verso Orbàn. Perché il governo sovranista che doveva far tremare l’Europa, quando deve passare dalle parole ai fatti finisce per fare solo figure barbine?
“Sono sovranisti da operetta. Pensi a Matteo Salvini, un vero e proprio caso patologico, la cui difesa dell’italianità si arresta di fronte ai suoi odi politici. Davanti a una nostra concittadina che viene trattata in modo che nessun Paese tollererebbe invece di difenderla preferisce attaccarla, mentre quando un gioielliere spara alle spalle e fa un’esecuzione sommaria di un rapinatore è subito pronto a difenderlo. La sovranista Giorgia Meloni non fa meglio perché è sempre pronta a piegarsi a qualsiasi diktat americano, facendo a gara a chi serve meglio quello che considera ‘il padrone’. Queste destre si proclamano sostenitrici del primato e dell’autonomia nazionale ma in realtà non fanno altro che propinarci delle balle”.

Tajani ha detto di aver chiesto che la ragazza possa scontare i domiciliari in Italia, sostenendo di aver fatto tutto il possibile. Ma davvero non si può fare niente di più?
“Diciamo che il governo non ha fatto nulla di quello che doveva fino al momento in cui lo scandalo è diventato impossibile da contenere. E anche a quel punto si sono limitati a fare il minimo sindacale. La nostra diplomazia non ha minimamente tutelato i diritti della nostra compatriota, detenuta per mesi e mesi in condizioni disumane e a cui è stato negata perfino la comunicazione con i suoi legali. Tempo durante il quale la nostra ambasciata e la Farnesina, competente per i rapporti con l’estero, non hanno mosso un dito.Tajani si è svegliato soltanto due giorni fa quando sono comparse sui media le immagini shock mentre Meloni ha fatto addirittura peggio, dandosi una smossa soltanto in zona Cesarini e in modo poco convinto”.

Da Santanchè a Pozzolo, le destre difendono i propri esponenti in nome del garantismo mentre sulla Salis mostrano ben altro atteggiamento. Come se lo spiega?
“La destra, nel suo insieme, pratica la logica del branco. Questa da un lato prevede la difesa dei propri sodali e del proprio cerchio magico a prescindere da cosa abbiano fatto, dall’altro prevede il disinteresse più sfrenato nei confronti dei diritti degli altri cittadini. In tal senso Salvini è un campione del doppio standard, basta pensare da un lato alla difesa del suo ex responsabile della comunicazione e dall’altro alle false accuse mosse nei confronti di Ilaria Salis. Tra l’altro in relazione a quest’ultimo episodio, in un Paese normale un ministro che fa un’uscita del genere dovrebbe dimettersi il giorno stesso in quanto ha vessato una propria concittadina. Doppio standard che viene praticato frequentemente anche dalla Meloni come già visto con il caso Delmastro, il quale accumula una sterminata serie di comportamenti discutibili, e fino a quelli che hanno coinvolto Sgarbi, Pozzolo e Santanchè. A mio avviso i casi di comportamento omertoso sono tantissimi al punto che è difficile tenerne il conto e tutto ciò si spiega soltanto se capiamo che quest’area politica si comporta come una setta, dove predomina la logica dell’accerchiamento e della distinzione rigorosa tra amici, a cui tutto è permesso, e nemici, contro i quali ci si può permettere di tutto”.