Un assist a Giorgia Meloni e anche all’Ue, alla politica di riarmo intrapresa da Bruxelles e seguita dall’Italia. Gli investimenti in difesa sono necessari, anche se impopolari, per il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Certo, una grande differenza c’è: il capo dello Stato, contrariamente a quanto spesso avviene a livello comunitario, ribadisce che il vero valore da difendere è quello della pace.
In occasione della cerimonia di auguri di fine anno con i rappresentanti delle istituzioni, il presidente della Repubblica si sofferma sul riarmo: “La spesa per dotarsi di efficaci strumenti che garantiscano la difesa collettiva è sempre stata, comprensibilmente, poco popolare. Anche quando, come in questo caso, si perseguono finalità di tutela della sicurezza e della pace, nel quadro di una politica rispettosa del diritto internazionale. E, tuttavia, poche volte come ora, è necessario”.
Insomma, il riarmo è impopolare ma necessario. Tanto più “in un tempo in cui siamo costretti a difenderci da nuovi rischi che, senza infondati allarmismi, sono concreti e attuali”, aggiunge ancora Mattarella. Che, come detto, si concentra molto anche sul tema della pace.
Mattarella aiuta Meloni sul riarmo, ma ribadisce la necessità della pace
Il capo dello Stato ribadisce più volte come il concetto centrale sia quello relativo alla pace. “Abbiamo il dovere di coltivare e consolidare ogni piccolo spiraglio che si apra rispetto ai conflitti in corso, in Ucraina come in Medio Oriente”, dice il presidente della Repubblica citando l’obiettivo della “pace permanente” e quello della “pace come affermazione del diritto sulla forza delle armi”.
“Questa – prosegue il presidente della Repubblica – è la pace che l’Europa ha costruito coltivando la relazione transatlantica. Questo patrimonio è irreversibile, perché acquisito nei sentimenti e nelle coscienze dei popoli e va tutelato e consolidato in ogni maniera”. Ma anche la democrazia, oltre la pace, perché “il modello democratico oggi appare sfidato da Stati sempre più segnati da involuzioni autoritarie che, contro la storia, si propongono come modelli alternativi”.
C’è anche l’economia nei pensieri di Mattarella, con tanto di qualche richiamo: “Non si può ignorare la condizione di oltre cinque milioni di persone che vivono sotto la soglia di povertà”. E cita anche l’occupazione, ricordando i livelli alti per gli over 50 ma anche che “il lavoro delle donne è ancora sotto la media europea e l’occupazione dei giovani si registra insufficiente”. E, poi, “abbiamo il problema, annoso e pesante, del valore reale delle retribuzioni. Soprattutto, non da ora, di quelle di primo ingresso nel mondo del lavoro”, conclude il capo dello Stato.