Ricorso della Regione Lazio contro il deposito di scorie nucleari nella Tuscia

Sul deposito delle scorie nucleari la Regione Lazio ricorre al Tar chiedendo l'annullamento della Carta nazionale delle aree idonee.

Ricorso della Regione Lazio contro il deposito di scorie nucleari nella Tuscia

Qualcosa si muove. Sul deposito delle scorie nucleari la Regione Lazio dà finalmente un segno di vita e annuncia, attraverso il presidente Francesco Rocca, che si costituirà parte civile davanti al Tar del Lazio per l’annullamento della Carta nazionale delle aree idonee. Si tratta del documento pubblicato il 13 dicembre del 2023 dal ministero dell’Ambiente che individua i siti che possono, potenzialmente, ospitare il deposito italiano di scorie nucleari.

Sul deposito delle scorie nucleari la Regione Lazio ricorre al Tar chiedendo l’annullamento della Carta nazionale delle aree idonee

Si tratta di 51 aree in tutta Italia, di cui ben 21 che ricadono nel territorio della Tuscia. La provincia di Viterbo sarebbe quindi la zona che, per un semplice calcolo delle probabilità, rischia maggiormente di ospitare il deposito. Rocca ha firmato la procura per dare mandato all’Avvocatura regionale di promuovere il ricorso amministrativo davanti al Tar del Lazio, contestando di fatto la decisione del governo di individuare ben 21 siti della Tuscia tra quelli che potrebbero ospitare il deposito.

La motivazione che ha portato la Regione a presentare ricorso dipende innanzitutto dal fatto che “non risultano conosciuti, tra gli altri, gli estremi e i contenuti” del parere dell’ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radio-protezione. Né, allo stesso tempo, sono state rese note le valutazioni istruttorie svolte dal ministero dell’Ambiente nella fase di individuazione dei siti. Rocca, annunciando la sua decisione, ha ribadito “la forte contrarietà dell’amministrazione regionale a ospitare depositi di scorie nucleari”.

Delle 51 aree individuate in tutta Italia, ben 21 ricadono nel territorio della provincia di Viterbo

Per il presidente “le priorità del Lazio sono la tutela ambientale e la difesa di peculiarità uniche delle diverse province. La costituzione come parte civile è un atto necessario a garantire la difesa della Tuscia e la prosecuzione del percorso di valorizzazione dei nostri territori”. Nei prossimi giorni è attesa, in Consiglio regionale, una mozione che sollecita Rocca a intraprendere ogni iniziativa possibile per scongiurare il rischio di ospitare il deposito delle scorie nella provincia di Viterbo. Una richiesta che viene rafforzata dopo che l’unico comune che finora ha presentato un’autocandidatura, quello di Trino, si è poi ritirato.

Sogin: “Non è stata fatta alcuna scelta e non vi è alcuna preferenza verso la Tuscia”

A oggi nessun territorio si è candidato a ospitare il deposito e così i timori per la Tuscia crescono. Anche in seguito a notizie di stampa secondo le quali la Sogin, la società responsabile dello smantellamento dei siti nucleari, starebbe valutando con attenzione proprio quel territorio. Dalla stessa Sogin, comunque, sono arrivate rassicurazioni anche nelle ultime ore: “Non è stata fatta alcuna scelta e non vi è alcuna preferenza verso la Tuscia”, sottolinea l’amministratore delegato Gian Luca Artizzu.