Lacrime di coccodrillo sulla legge Cartabia, chi l’ha votata ora è pentito

Riforma Cartabia, è l'ora delle lacrime di coccodrillo di chi l’ha votata e ora è pentito. Anche per FdI la riforma è un fallimento

Lacrime di coccodrillo sulla legge Cartabia, chi l’ha votata ora è pentito

Eccoli che si sono svegliati. Il primo effetto della riforma Cartabia è quello di seminari pentiti politici che cominciano a sbocciare dappertutto. Il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro Delle Vedove in un’intervista lancia un allarme tardivo: “è vero, la legge dice che ci sono due anni di tempo, ma i fatti di Palermo ci dicono che non possiamo aspettare così a lungo”, ha affermato il sottosegretario.

Disastri a raffica

Il riferimento è a Giuseppe Calvaruso e ai sodali Giovanni Caruso e Silvestre Maniscalco accusati del sequestro e del pestaggio a sangue di due mafiosi per una rapina non autorizzata da Cosa Nostra per i quali la procura ha dovuto chiedere l’inefficacia della custodia cautelare perché le vittime non hanno confermato le accuse.

“Non possiamo pensare di mantenere l’obbligo di querela di parte per una serie di reati. E se la vittima non ha il coraggio di presentarla perché e’ stata contattata o si sente in pericolo? E se la ritira perché ha subito minacce? Questa norma riguarda anche reati gravi”. “Penso che per una serie di reati che stiamo valutando non debba essere necessaria la querela per le condanne”, ha sottolineato Delmastro.

Peccato che il sottosegretario (di Fratelli d’Italia) dimentichi le proprie responsabilità politiche. Così tocca alle deputate del M5S Stefania Ascari, Valentina D’Orso, Carla Giuliano e la coordinatrice del comitato Giustizia del Movimento cinque stelle, Giulia Sarti ricordarglielo.

Memoria corta

“Nelle affermazioni rilasciate oggi ad un quotidiano, il sottosegretario alla Giustizia di Fratelli d’Italia Delmastro dimostra di non conoscere i fatti nonché gli atti parlamentari. Quando gli viene ricordato che Fratelli d’Italia si astenne sul parere favorevole al decreto legislativo che stabiliva quali reati diventavano procedibili a querela anziché d’ufficio, il sottosegretario afferma candidamente di non ricordare questo fatto e di dover fare una verifica.

Gli agevoliamo noi il lavoro: il 15 settembre in commissione Giustizia alla Camera fu il deputato Vinci ad annunciare l’astensione di Fratelli D’Italia. Venne invece ignorato il parere alternativo proposto dal Movimento cinque stelle, che chiedeva proprio di cancellare quella e altre parti del testo che a nostro avviso si sarebbero rivelate estremamente pericolose. Purtroppo siamo stati facili profeti”.

Nel pomeriggio di ieri perfino la presidente della commissione Giustizia Giulia Bongiorno ammette di condividere “l’allarme del Preside del Tribunale di Palermo Antonio Balsamo sulla riforma Cartabia noi abbiamo fatto parte di un governo e io più volte, in interventi pubblici, ho fatto presente che una serie di interventi del ministro Cartabia avrebbero potuto avere quelle conseguenze che adesso si sono verificate”, dice. “Tutto quello che ora sta succedendo era stato indicato da me come possibile conseguenza”, spiega.

Errare è umani ma è umano ma…

Se ne sono accorti tutti oggi, dopo avere passato mesi a chiunque osasse avanzare anche una timida critica. A dire il vero si sono convinti quasi tutti. Il Pd continua imperterrito a sostenere Cartabia come candidata al Csm. Qualcuno avanza l’ipotesi che all’ex ministra spetti il ruolo di vicepresidente.

Nessuna smentita dei Dem, un’assenza che suona come una quasi conferma. E nessuno riflette sulle porte girevoli (a proposito di separazione dei poteri) di un’ex giudice della Corte Costituzionale che diventa ministra (apolitica, sì, del partito di Mattarella) e ora andrà al Csm per difendere la Giustizia dalle intromissioni della politica. Ma anche questo, vedrete, tra qualche tempo diventerà un pentimento generale su cui convergeranno quasi tutti.