Malgrado le proteste delle opposizioni e della magistratura, l’Aula della Camera ha approvato in terza lettura la riforma costituzionale della giustizia che introduce la separazione delle carriere fortemente voluta dal ministro Carlo Nordio. I voti favorevoli sono stati 243, i contrari 109. Ora il ddl passa al Senato per l’ultimo via libera, che appare scontato considerando i numeri della maggioranza.
Referendum confermativo nel 2026
L’iter, però, non si conclude qui. Non essendo stata raggiunta la maggioranza assoluta, la riforma dovrà essere sottoposta a referendum confermativo, previsto per la primavera del 2026.
Cosa prevede la separazione delle carriere
La riforma introduce una divisione netta tra magistratura requirente e magistratura giudicante. Ciò comporta:
- lo sdoppiamento del Csm in due distinti organi;
- la nascita di un’Alta Corte Disciplinare incaricata di vigilare sui magistrati.
Attualmente si accede in magistratura tramite un concorso unico. I magistrati possono svolgere sia funzioni giudicanti che requirenti e cambiare ruolo durante la carriera. Con la nuova norma, invece, sarà obbligatorio scegliere da subito se intraprendere la carriera di giudice o quella di pm. Non sarà più possibile passare da un ruolo all’altro.
Due Csm separati
Il Consiglio superiore della magistratura si dividerà in due:
- il Consiglio superiore della magistratura giudicante;
- il Consiglio superiore della magistratura requirente.
Entrambi saranno presieduti dal Presidente della Repubblica. Membri di diritto saranno, rispettivamente, il primo Presidente della Corte di Cassazione e il Procuratore generale della Corte di Cassazione.
La composizione dei nuovi Consigli
La riforma prevede un nuovo sistema di nomina:
- un terzo dei componenti sarà estratto a sorte da un elenco di professori e avvocati predisposto dal Parlamento in seduta comune;
- i restanti due terzi saranno scelti, rispettivamente, tra i magistrati giudicanti e tra quelli requirenti.
- I vicepresidenti dei due organi saranno eletti tra i membri estratti dall’elenco compilato dal Parlamento.
L’Alta Corte Disciplinare
Il controllo disciplinare sui magistrati non sarà più affidato al Csm, ma a un nuovo organismo: l’Alta Corte Disciplinare.
Questa sarà composta da 15 giudici:
- 3 nominati dal Presidente della Repubblica;
- 3 estratti da un elenco parlamentare;
- 6 estratti tra i magistrati giudicanti con requisiti specifici;
- 3 estratti tra i magistrati requirenti con requisiti specifici.