Senato, riforma subito in Aula. Renzi rischia tutto. Ma i calcoli sono fatti: non c’è alternativa a questo Governo

Non basta il ritiro degli emendamenti a fermare il premier Matteo Renzi sul ddl riforme costituzionali. Roberto Calderoli ha ritirato i suoi 500mila emendamenti al ddl sulle riforme, ma la scelta non sembra aver prodotto alcun effetto. Il ddl sarà in Aula già oggi. L’esame del testo proseguirà tutto il giorno e poi riprenderà anche nella giornata di venerdì. Calderoli attacca e sostiene che “Se il governo vuole andare in aula è perché non ha i numeri in commissione, non per il numero degli emendamenti. Ma in ogni caso i numeri non li ha lo stesso”. Staremo a vedere come finirà una partita decisiva che si preannuncia scoppiettante. L’accelerazione viene giudicata una forzatura anche da parte di alcuni senatori di Sel. Secondo Anna Finocchiaro (Pd) “non ci sono le condizioni per proseguire in commissione” nonostante il ritiro degli emendamenti da parte delle opposizioni (M5s escluso). Per lunedì, invece, resta fissata la direzione del Partito democratico (15,30). Allo stesso tempo continua la caccia ai senatori del Presidente del Consiglio che a Palazzo Chigi ha visto Flavio Tosi. Dall’incontro avrebbe incassato il non ostruzionismo delle tre senatrici del movimento “Fare” che fa riferimento proprio al sindaco di Verona. L’obiettivo resta quello di chiudere la partita prima della sessione di bilancio che parte il 15 ottobre sulla legge di stabilità. Il premier, abile calcolatore, si dice sicuro di riuscire a ottenere i numeri necessari per far approvare la riforma. Verdiniani e tosiani dovrebbero garantirgli il successo.