Rimborsi M5S, ore contate per i morosi. Che già annunciano ricorsi legali. Attesa per le sanzioni contro chi non ha restituito nulla. Sono dieci i parlamentari che rischiano l’espulsione

Alcuni l’hanno già ribattezzato “il giorno del giudizio”. Quel che è certo è che oggi si chiarirà l’esito delle forti polemiche che hanno investito il Movimento cinque stelle in relazione alle rendicontazioni non effettuate da un gruppo di parlamentari, contrariamente non solo ai loro colleghi, ma anche agli accordi presi con il Movimento stesso e con gli elettori. Il tema delle rendicontazioni, dunque, torna ancora al centro del dibattito interno dei Cinque stelle. Oggi dovrebbero arrivare provvedimenti dei vertici pentastellati contro i morosi. Le lettere nei confronti degli esponenti dei gruppi parlamentari inadempienti, come si ricorderà, sono partite da tempo. Sono, però, adesso scaduti i tempi per “rientrare” in regola e così i probiviri del Movimento cinque stelle dovrebbero decidere nelle prossime ore le sanzioni. Per i casi più gravi è prevista l’espulsione, altrimenti l’alternativa è la sospensione.

CHI RISCHIA GROSSO. Secondo quanto si mormora in Transatlantico diversi esponenti stanno ragionando se convenga giocarsi la carta dell’ultima ora, come fatto dagli ormai ex colleghi Michele Nitti e Nadia Aprile, che hanno lasciato il Movimento prima che, verosimilmente, potessero essere raggiunti da una qualche sanzione dei probiviri. Non è un caso che ieri nei corridoi della Camera si sarebbero susseguiti diversi incontri tra Nitti, Aprile e altri onorevoli ancora “indecisi” sul da farsi. La partita, dunque, resta aperta e in un certo senso imprevedibile. A rischiare sanzioni soprattutto chi non ha versato nulla nel 2019. Chi sta viaggiando sul filo del rasoio sono senz’altro i deputati Nicola Acunzo, Flora Frate, Galizia, Dalila Nesci (nella foto), Andrea Vallascas. Situazione diversa per Iunio Valerio Romano che, secondo quanto viene riferito, si sarebbe rimesso in regola nelle ultimissime ore. Per quanto riguarda Palazzo Madama, invece, rischiano soprattutto i senatori Cristiano Anastasi e Alfonso Ciampolillo.

BATTAGLIA DI RICORSI IN VISTA. A proposito di Ciampolillo, già due giorni fa il senatore aveva chiarito di aver sospeso i pagamenti per protesta. Stessa posizione della deputata Frate che minaccia di intraprendere vie legali. E non è l’unica. Alcuni degli eletti finiti sotto la lente di ingrandimento dei probiviri hanno preso carta e penna per scrivere le proprie memorie difensive, come prevede il regolamento grillino. In una lettera (che l’Adnkronos ha potuto visionare) indirizzata, oltre ai probiviri, anche al capo politico Luigi Di Maio, al garante Beppe Grillo e ai capigruppo di Camera e Senato, la Frate chiede l’archiviazione della procedura disciplinare, valutando “di adire la giustizia competente per la tutela dei propri diritti e la salvaguardia della propria reputazione e onorabilità”.

Per la deputata “non si possono eccepire le dieci mensilità senza un’interpretazione analitica” di ciò che è accaduto negli ultimi mesi. Frate dice di aver operato “con correttezza e buona fede per quanto concerne tutti gli impegni di natura economica che prevedevano il versamento di somme di denaro in favore del Fondo per il Microcredito, prima, e quello della Protezione civile, dopo”. Tuttavia, scrive nella sua memoria, “gli accordi stipulati sono cambiati” e ciò “è avvenuto in assenza di qualsivoglia comunicazione preventiva e del tutto inaspettatamente”. Il riferimento è alla creazione del famoso “Comitato per le rendicontazioni/rimborsi del Movimento 5 Stelle”, un organo “inesistente al momento dell’accettazione della candidatura”.