Rimborsi regionali nel mirino: in Friuli e in Toscana indaga la Corte dei Conti. Faro sulle somme forfetarie percepite dai consiglieri rimasti a casa durante il lockdown

Dal Fiuli Venezia Giulia alla Toscana, i rimborsi forfettari dei consiglieri regionali finiscono sotto la lente della Corte dei Conti. Che valuta l’ipotesi di un possibile danno erariale durante lo stop alle convocazioni delle rispettive assemblee per l’emergenza Covid. Nel mirino dei magistrati contabili ci sono, in particolare, i “gettoni” di presenza riconosciuti ai singoli consiglieri nonché i rimborsi vitto e trasferta riscossi sebbene le sedute si siano svolte soltanto in teleconferenza. In Friuli, la procura della Corte dei Conti ha chiesto informazioni alla Segreteria generale della Regione. Il cui regolamento  prevede, per i consiglieri, un rimborso forfettario mensile per i viaggi verso Trieste, di 3.500 euro per i residenti nelle province di Udine e Pordenone, e di 2.500 euro per quelli di Trieste e Gorizia. Ma, pur essendo rimasti a casa, i 49 membri dell’assemblea, hanno incassato lo stesso durante il lockdown la bellezza di 155 mila euro in tutto. Pure in Toscana la procura contabile ha aperto un fascicolo sulle indennità per le spese di viaggio dei 40 consiglieri regionali (80mila euro in tutto). Il presidente del Consiglio regionale, Eugenio Giani, ha invitato i consiglieri a devolvere in beneficenza l’indennità. Ma era stato proprio lui a firmare a marzo la delibera sulle regole di funzionamento del Consiglio regionale in via telematica precisando che i consiglieri avrebbero continuato a ricevere i pagamenti.