Diventare direttore del Tg2; essere nominato ministro; tornare in Rai dopo esser stato dimissionato dopo uno scandalo; essere inviato a fare il capo della sede del servizio pubblico a Parigi, mentre scrive per quotidiani politici; tornare a candidarsi in politica per il partito della premier… È la sintesi del percorso professional-politico di Gennaro Sangiuliano, giornalista Rai che ha appena annunciato che correrà da capolista per FdI alle regionali in Campania.
Usigrai “La Rai non è un tram”
Una corsa sicuramente agevolata dalla visibilità che Sangiuliano ha grazie al suo lavoro nel servizio pubblico. Tanto che in molti in questi giorni stanno criticando il doppio ruolo di candidato-volto tv e il suo utilizzo della Rai “come un tram”. A partire dall’Usigrai, che ieri è passato all’attacco: “Dopo aver giocato per settimane a nascondino su una possibile candidatura alle prossime regionali, Sangiuliano ha annunciato sui giornali il suo ritorno in politica. In gioco però non c’era la legittima scelta di candidarsi, ma, ancora una volta, la credibilità della Rai, usata da Sangiuliano come un tram che lo porti dove gli pare”, si legge in una nota del sindacato.
“Apprendiamo dalla sua intervista rilasciata al Corriere della Sera – prosegue la nota – che il corrispondente della Rai, già ministro del governo in carica, si “divertiva” a fare la rassegna stampa francese alla premier, e che l’idea di candidarsi sia partita la primavera scorsa, proprio quando la Rai, in tutta fretta, ha deciso di affidargli la guida della sede di Parigi. Ci chiediamo se i vertici Rai fossero a conoscenza dei progetti politici di Sangiuliano quando hanno deciso il suo nuovo incarico, concedendogli quindi una importante vetrina personale. Avevamo ragione, quando prima della nomina a corrispondente chiedemmo alla Rai scelte più prudenti per Sangiuliano, che ora, arrivato a destinazione, scende dal tram Rai. Nel frattempo, la credibilità del servizio pubblico è arrivata al capolinea” conclude l’Usigrai.
Sangiuliano non risponde, ma tira fuori la Costituzione
Dal canto suo, Sangiuliano non risponde alle critiche, ma ribatte: “Io sono in aspettativa elettorale non da oggi, ma già da una decina di giorni, come prevede la legge e un’ampia casistica applicata a situazioni analoghe. Ricordo che chi si mette contro la Costituzione commette un reato penale”. “In caso di elezione, scatterebbe un’aspettativa che nel mio caso sconfinerebbe con la pensione – ha aggiunto -. Io ho semplicemente seguito la legge e l’ampia casistica esistente”.
Secca la risposta della senatrice dem Valeria Valente: “Non è in discussione il diritto individuale di candidarsi, ma l’uso sistematico di posizioni di visibilità pubblica per costruire la propria carriera politica a cui l’ex ministro e corrispondente da Parigi ci ha ormai abituati. Anche questa decisione – conclude – racconta quale sia l’idea di servizio pubblico di informazione che ha la destra”.