Rivolta nel Movimento contro Draghi: avanti di questo passo e la rottura sarà inevitabile

Rivolta del Movimento contro Mr. Bce. Avanti di questo passo e senza portare a casa alcun risultato, la rottura sarà inevitabile

Da quello che filtra starebbe perdendo quota l’ipotesi di rottura tra il Movimento 5 Stelle e il resto della maggioranza. Eppure tra le truppe pentastellate, tanto parlamentari quanto semplici attivisti, sono in molti a pensare che sia giunto tempo di voltare pagina e lasciare il governo. Insomma continua la rivolta del Movimento contro Mr. Bce.

Un pressing silenzioso ma continuo che è arrivato alle orecchie di Beppe Grillo e Giuseppe Conte al punto che entrambi si sono affrettati a ribadire l’intenzione di restare nella maggioranza. Ma gli stessi hanno anche lasciato aperta la porta a una possibile fuoriuscita. Insomma una situazione fluida dove, a quanto si apprende, nulla è stato deciso in modo netto.

Tensione alle stelle

Del resto che le cose stiano così lo ha fatto capire chiaramente lo stesso presidente M5S. Dopo le recenti tensioni con il premier Mario Draghi, infatti, ha rivelato che lunedì ci sarà un incontro a due per parlare e chiarirsi. Ma a precisa domanda sulla fiducia riposta nel governo ha tagliato corto affermando: “Ne parliamo lunedì”.

Insomma è evidente che nel Movimento si sta ancora ragionando sulla questione. Interlocuzioni, con una larga fetta di pentastellati scontenti, che vengono confermate anche da altri parlamentari. “Dopo i recenti fatti, primo tra tutti il comportamento ambiguo del premier Draghi sulle proprie dichiarazioni in merito a Giuseppe Conte, la frustrazione e l’insofferenza del nostri elettori per un governo che smantella sistematicamente i nostri obiettivi politici” cresce.

Questo è quanto scrive su Facebook il senatore, Alberto Airola. Un lungo post in cui si legge anche che “nel mio ruolo di portavoce, non posso che manifestare pubblicamente la mia vicinanza e il mio sostegno a Giuseppe Conte ma nel contempo rappresentare con forza l’istanza d’uscita da questo governo, voluta fortemente dal nostro Popolo”, intervento che poi si chiude con una frase eloquente: “Le fragole sono marce”.

Ma i parlamentari che starebbero spingendo per una simile soluzione, pur essendo molti, per ora preferiscono tenere un profilo basso evitando di esporsi e, soprattutto, per non creare grattacapi al partito che, come noto, è giù reduce da una dolorosa scissione.

Tanti dubbi tra i pentastellati

Quel che è certo è che, dopo giorni di pressioni, ora il sentiment pentastellato si può riassumere sostanzialmente in una fiducia a tempo, ossia dipendente da quanto e come si può incidere, nei confronti dell’esecutivo.

Una linea che è stata riassunta dal sottosegretario alle Infrastrutture del M5S, Giancarlo Cancelleri, che annunciando il suo addio alla corsa per le primarie di coalizione in Sicilia ha spiegato il suo punto di vista. “Noi vogliamo pesare all’interno del governo e, in maniera serena e corretta, sostenerlo. Aspettiamo risposte su questi temi” come il Reddito di cittadinanza e il Superbonus, “in caso contrario sarà Conte ad avviare una valutazione serena”.

Che ci siano molti mal di pancisti, però, è cosa nota. Lo ha detto nei giorni scorsi anche il senatore Mario Turco, vicepresidente del Movimento 5 Stelle e braccio destro di Conte. Secondo lui “c’è una forte pressione da parte di molti parlamentari sui temi che abbiamo posto all’attenzione del governo”. Insomma per il supporto a Draghi l’idea è di attendere e valutare “le risposte da parte del governo”.

Insomma secondo Turco l’ipotesi di un appoggio esterno all’esecutivo “non è all’ordine del giorno” ma non è detto che le cose potrebbero cambiare. Un concetto espresso anche da Paola Taverna che al Fatto Quotidiano ha detto: “Dovevamo entrare nel governo, ma non si resta a ogni costo”.

Frasi che, secondo quanto trapela, segnalano come il pressing per un eventuale addio alla maggioranza sarebbe caldeggiato perfino all’interno del giglio magico di Conte, composto dai vicepresidenti del Movimento.

Rivolta del Movimento contro Mr. Bce, tanti i mal di pancia

E non mancano anche altri big che in queste ore starebbero facendo pervenire a più livelli la propria insoddisfazione. Tra questi ci sarebbe anche il senatore Danilo Toninelli che, seguendo questa linea prudente, ha spiegato: “L’eventuale eliminazione del Superbonus minerebbe la nostra presenza nel governo”. Poi ha aggiunto che in ogni caso “la nostra presenza al governo è legata anche a questo”.

Insomma una fiducia legata a precisi paletti che viene ribadita a La Notizia anche dal deputato Marco Bella, il quale ha tenuto a precisare che proprio ieri è passato un emendamento al decreto Aiuti, a sua firma, “per stanziare 10 milioni di euro in favore dei gestori delle sale cinematografiche”.

Lo stesso, a precisa domanda su quale sia la posizione nei confronti dell’Esecutivo, ha ammesso che sono molti i parlamentari che hanno dubbi. “Questo non è il governo dei nostri sogni ma se si può incidere, allora si resta. In caso contrario, si faranno le opportune valutazioni” ha detto.

Tra gli insoddisfatti nei giorni scorsi era stato indicato anche il vicepresidente del gruppo alla Camera, Luigi Gallo, che con un Tweet ha fatto trasparire il malessere che si respira nei confronti dell’Esecutivo: “Operazioni di palazzo a tutela dell’elite, ecco cosa significano le indiscrezioni su Draghi, che sta agendo fuori dal mandato che ha ricevuto da Mattarella. Il M5s resterà la forza che tutela i cittadini”.

Parole che, come tutte le altre raccolte da La Notizia, sembrano far capire come il malessere c’è ed evidente. Ma anche che comunque il destino dell’esecutivo è tutto nelle mani del premier che dovrà riuscire a tenersi stretta la fiducia che il Movimento 5 Stelle, pur tra mille dubbi, gli ha nuovamente accordato.