Roberto Maroni vuole le tasse al Nord, ma finiranno a Bruxelles

di Alessandro Barcella

Chiave di volta per uscire dalla crisi dell’Europa degli Stati o mera proposta elettorale? L’idea, che la base leghista accarezza da anni, è quella di trattenere in Regione il 75% delle tasse pagate dai cittadini e dalle imprese del territorio. Un’idea che si lega a doppio filo al tema dell’Euro-Regione Nord, che per i leghisti vuole essere al tempo stesso locomotiva per una nuova Europa delle Regioni ed entità amministrativa in grado di determinare da sé le proprie politiche. Quelle fiscali, in primo luogo.

Profili di incostituzionalità

Il 18 marzo scorso il neo governatore Maroni si insedia ufficialmente a Palazzo Lombardia e pochi giorni dopo questo tasto torna ad essere battuto con forza: “Il progetto potrà mettere a disposizione una cifra dai 10 ai 16 miliardi di euro in un anno”, viene spiegato. Nessun provvedimento che stravolga il testo costituzionale, si affrettano ad aggiungere gli esperti, ma un  semplice intervento su una legge ordinaria dello Stato.

Questa idea, che i vertici leghisti vorrebbero fare propria anche in Piemonte e Veneto (area spesso definita la “locomotiva economica e fiscale” d’Italia) non vede però naturalmente tutti d’accordo. Accanto ad Adriano Giannola,  presidente dello Svimez (associazione per lo sviluppo dell’industria nel mezzogiorno), che parla di incostituzionalità e rischio di apertura alla secessione,  sono diversi gli economisti indipendenti che storcono il naso. La Notizia ha sentito Loretta Napoleoni, economista internazionale ed autrice di best seller sui temi macroeconomici di più stringente attualità. Borsista Rotary alla London School of Economics, docente di economia presso la Judge Business Schools di Cambridge e con un dottorato in Scienze economiche all’Università di Roma “La Sapienza”, la sua appare una stroncatura senza mezzi termini.  “Questa idea ci fa tornare al solito discorso delle tasse – esordisce Loretta Napoleoni – Questi parlano sempre e solo di tasse, senza tener conto di alcuna vera politica industriale, che nel nostro Paese è ormai morta e sepolta. Il progetto di trattenere il 75% delle tasse in loco è un discorso ridicolo”.

Da un “padrone” ad un altro

Un tema, spiega ancora l’economista, che non può che legarsi alla questione tanto dibattuta degli Eurobond. “A parte il fatto che se dobbiamo fare gli Eurobond, la Lombardia pagherà le tasse a Bruxelles come faranno tutte le altre Regioni d’Europa – prosegue l’economista – ma credo si tratti semplicemente di un discorso di voler gestire i propri soldi. Allora io dico: bene, uscite dall’Europa. Il movimento attuale per cercare di uscire dalla crisi globale è quello che va in direzione degli Eurobond. Dunque anche la Lombardia, se andrà fatto l’Eurobond, dovrà pagare le proprie tasse a Bruxelles”. Che si passi dunque semplicemente da un “padrone” ad un altro?

Maroni intanto rilancia

La Lega a Palazzo Lombardia fa sapere di essere pronta ad assumersi l’onere del mancato gettito derivante dall’Imu attraverso un trasferimento ai comuni, a patto però che venga concesso appunto di trattenere sul territorio il 75 per cento delle tasse pagate.  Stessa disponibilità in tema di anticipo alle aziende delle somme per la cassa integrazione in deroga, ma con la medesima “condicio sine qua non”. “È un provvedimento che comunque non passerà mai – conclude l’economista Loretta Napoleoni – perché dovrebbero farlo transitare dal Parlamento e non verrà mai votato. Nel momento in cui il principio dovesse passare andrebbe a spaccarsi il principio dell’unitarietà della Repubblica e il nostro Paese diventerebbe una federazione, come la Svizzera. Occorrerebbe riscrivere il testo della Costituzione. È pura e semplice propaganda elettorale: lo sanno benissimo che non si può fare”.