Roberto Salis: “Su Ilaria un processo politico”

Parla Roberto Salis, padre di Ilaria, detenuta in Ungheria e candidata con Avs alle europee: "Il governo è sparito da un mese e mezzo".

Roberto Salis: “Su Ilaria un processo politico”

Roberto Salis, padre di Ilaria. Sua figlia è ancora detenuta in Ungheria: quali sono le sue condizioni? Ci sono novità ed è cambiato qualcosa, soprattutto dopo la candidatura?
“No, non è cambiato nulla. Però ci sono stati una serie di miglioramenti nelle condizioni detentive: dopo 14 mesi ha ricevuto il permesso di utilizzo di un phon, le hanno dato una scatoletta da tenere in un frigo per gli alimenti deperibili per la sua dieta. Prima, senza un frigo, non poteva conservare alcune cose come la frutta che non viene distribuita regolarmente. Ma ora non è cambiato nulla, nonostante il fatto che Ilaria, se fosse una cittadina ungherese, avrebbe già dritto all’immunità, che decorre dal momento in cui si ufficializza la candidatura”.

Ieri ha detto che a Ilaria è stato negato il voto: avete avuto risposte dall’ambasciata e dal governo? Non si sta facendo quanto dovuto per garantire questo diritto a Ilaria?
“Ilaria non è una cittadina condannata, è detenuta in un carcere di un Paese straniero che fa parte dell’Ue, non ha perso i suoi diritti civili e non può votare perché da un punto di vista delle normative italiane non è previsto che un cittadino in detenzione cautelare possa liberamente votare. Credo sia una grave carenza di osservazione dei diritti civili del nostro Paese. E non abbiamo ricevuto assolutamente risposte”.

Cosa le ha detto sua figlia della candidatura, ora vede la luce in fondo al tunnel?
“Diciamo che nel momento in cui venisse eletta avrebbe diritto all’immunità parlamentare, quindi vede questa opportunità che non è un mezzo per scappare dal processo ma per dimostrare a tutti la sua innocenza davanti a un tribunale che non sia predisposto per istituire un processo politico”.

Per essere eletti al Parlamento europeo servono molte preferenze, crede che gli elettori sosterranno Ilaria e si mostreranno vicini alla sua vicenda?
“Sì, credo che ci sia un largo consenso. Il risultato bisogna discuterlo e commentarlo nel momento in cui si ottiene. Adesso siamo a un mese dalle elezioni, bisogna lavorare perché la lista Avs raccolga il quorum e Ilaria nelle circoscrizioni in cui è candidata raggiunga la maggioranza delle preferenze”.

Cosa crede che può succedere in caso di mancata elezione: teme ritorsioni ungheresi?
“Non vedo perché, Ilaria non sta facendo nulla di illegale, ha pieno dritto di candidarsi. Ha tutti i diritti di un normale cittadino, sarebbe gravissimo se la magistratura di un Paese europeo pensasse di penalizzare qualcuno perché si è candidato e ancora più grave se avvenisse senza l’intervento deciso e fermo sia da parte dell’Italia che dell’Ue”.

A fine mese si terrà una nuova udienza, cosa si aspetta? Pensa che la situazione sarà migliore rispetto al passato o si aspetta che Ilaria torni in aula in catene?
“Io sono del parere che tornerà in aula in catene, perché il governo Orban sul caso di Ilaria sta facendo un processo politico e vuole dare una lezione agli antifascisti, peraltro sotto gli occhi di tutta l’Ue. Anzi, credo che se potesse aggiungerebbe qualche catena in più”.

Se dovesse essere eletta, avete la certezza – anche giuridica – che non ci possano essere contromosse da parte di Orban?
“Le contromosse possibili cono quelle definite dalle regole, cioè Orban se vorrà potrà richiedere la revoca dell’immunità. Dopodiché una sua eventuale richiesta dovrà passare per l’approvazione dell’Europarlamento. Poi, certo, il rischio c’è sempre e dipende anche da come si vota l’8 e 9 giugno. Il 24 aprile la votazione sulla risoluzione a proposito dei diritti umani, della libertà di stampa e della corruzione in Ungheria è stata approvata con larga maggioranza, 399 voti con 117 contrari, però nei 117 contrari, quindi favorevoli al sistema ungherese di Orban, c’erano gli europarlamentari della Lega di Salvini e tutti quelli di Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni. Ovviamente ci sono delle forze, soprattutto in Italia, che sono favorevoli a un sistema di governo come quello di Orban, dobbiamo essere molti attenti alle elezioni che posizioni di quel tipo abbiano un peso marginale in Ue”.

La candidatura era l’unica mossa possibile a causa di un governo che ha fatto poco o nulla?
“Credo che ci siano state una serie di azione diplomatiche che però non hanno dato frutti, sicuramente quando non si riesce a trovare una strada percorribile bisogna esplorarne delle altre. Questa può certamente arrivare a un risultato, che è la liberazione di Ilaria nel più breve tempo”.

E il governo con la candidatura ha cambiato atteggiamento?
“Io dal governo non ho notizie da più di un mese e mezzo, onestamente non lo so“.

Lei avrebbe preferito una candidatura per un partito certo di superare la soglia di sbarramento, come il Pd: come mai questo non è avvenuto, cosa è successo?
“Il Pd era assolutamente disponibile e io ho ringraziato pubblicamente la sua segretaria. Il motivo per cui la scelta di Ilaria è andata sulla candidatura di Avs è semplicemente perché è più coerente con il suo percorso politico, fa politica da quando ha 16 anni, nonostante il fatto che ovviamente c’è molta più incertezza nell’accettare una candidatura di Avs piuttosto che dal Pd, Ilaria preferisce lottare per ottenere quello che desidera piuttosto che piegare i suoi ideali alla mera convenienza”.

Infine, qual è l’umore e quali sono le speranze di Ilaria in questi giorni: le cose vanno meglio?
“Sì perché c’è un’attività, penso che spesso abbia patito la noia a cui non è abituata, adesso c’è un’attività importante da portare avanti e la impegnerà quantomeno a occupare il suo cervello, a pensare che cosa deve fare quando sarà eventualmente eletta. Domani riceverà la visita del segretario di Sinistra italiana, Nicola Fratoianni, e il solo fatto di avere un’interlocuzione di un’ora in italiano con una persona con cui si possono fare dei ragionamenti intelligenti sarà certamente un grande sostegno morale per mia figlia”.