Rocca revoca il patrocinio al Roma Pride 2023

La Regione Lazio ha revocato il patrocinio al Roma Pride 2023. Rocca: "Dovrebbe essere una festa per tutti e non avere una connotazione ideologica".

Rocca revoca il patrocinio al Roma Pride 2023

La Regione Lazio revoca il patrocinio alla manifestazione “Roma Pride 2023”. La Giunta “ribadisce il proprio impegno sui diritti civili”, ma fanno sapere dalla Regione guidata da Francesco Rocca “non può, né potrà mai, essere utilizzata a sostegno di manifestazioni volte a promuovere comportamenti illegali”. Il riferimento è all’utero in affitto. La replica del Pd: “Atto grave, un passo indietro sui diritti”.

La Regione Lazio ha revocato il patrocinio al Roma Pride 2023. Rocca: “Dovrebbe essere una festa per tutti e non avere una connotazione ideologica”

“Il Pride – ha detto il governatore Rocca a RTL 102.5 – dovrebbe essere una festa per tutti, l’occasione per un dialogo sui diritti civili, e non avere una connotazione ideologica. Non potevo dare il patrocinio a chi rivendica una condotta (l’utero in affitto) che è considerata reato nel nostro Paese”.

“Il patrocinio era stato dato in perfetta buona fede”

“Ieri nel primo pomeriggio – ha spiegato il presidente della Regione Lazio – ho letto un’agenzia di Mario Colamarino, presidente del Circolo Mario Mieli e portavoce del Roma Pride, che accostava il mio patrocinio all’utero in affitto. Questo è quanto di più distante ci sia dalla mia sensibilità. Nella concessione del patrocino, peraltro, c’era chiaramente scritto e indicato di evitare comportamenti che potessero ledere la sensibilità altrui. L’utero in affitto significa sfruttamento delle donne più povere, del corpo della donna. Io sono profondamente contrario. Si tratta di un reato nel nostro Paese. Per questo motivo non potevo dare il patrocinio a chi lo accostava alla rivendicazione di una condotta che è considerata reato nel nostro Paese. È un’occasione persa, perché il patrocinio era stato dato in perfetta buona fede”.

All’ultimo Pride per le strade di Roma, ad aprire il corteo erano stati il sindaco Roberto Gualtieri e l’allora governatore del Lazio, Nicola Zingaretti. Fu un errore, quindi? “Non ricordo – ha aggiunto Rocca – se in quel caso ci fosse la rivendicazione dell’utero in affitto. A mio avviso è stato un errore, se le tematiche erano come queste, anche perché quando si parla di utero in affitto si parla di un tema che riguarda coppie eterosessuali in 7 casi su 10. Se c’è il tema della lotta alla discriminazione e allo stigma, invece, ben venga. Ma qui le cose sono diverse. Sicuramente non manderò i carabinieri a togliere il logo dal sito, facessero come credono. La mia posizione è chiara e netta. Non posso accostare la Regione Lazio alla pratica dell’utero in affitto. Mi dispiace sia un’occasione persa per dialogare sui diritti civili”.

Scalfarotto: “Frasi fuori dal mondo civile. Accusano i promotori di strumentalizzare il patrocinio per promuovere la maternità surrogata.

“Dire che il Pride ‘è volto a promuovere comportamenti illegali’ è una frase fuori dal mondo civile, che mi sarei aspettato dal patriarca Kirill, da Orbán, in Polonia o in Uganda. È il grande buio. Questa destra ha varcato la soglia, ha superato la linea invalicabile” commenta il senatore di Azione-Italia Viva, Ivan Scalfarotto. “Accusano i promotori di strumentalizzare il patrocinio per promuovere la maternità surrogata. Il Pride – prosegue il parlamentare renziano – non c’entra niente con la Gestazione per altri, che peraltro è utilizzata in maniera schiacciante dagli eterosessuali. Ma è universalmente riconosciuto come un momento di celebrazione della dignità, libertà e orgoglio di essere chiunque si sia. Non si può ridurre a una frazione infinitesimale del tutto, salvo che si voglia dire qualcosa di molto più pericoloso – continua l’esponente di Italia Viva -. Cosa? Che manifestare la omosessualità debba essere considerata illegale. Che si voglia comprimere la libertà di amare un uomo o una donna”.