Rocca taglia un altro nastro. Per le liste d’attesa non c’è fretta

Il governatore del Lazio Francesco Rocca continua le sue passerelle in giro per gli ospedali romani.

Rocca taglia un altro nastro. Per le liste d’attesa non c’è fretta

Il governatore del Lazio Francesco Rocca continua le sue passerelle in giro per gli ospedali romani. Ieri ha partecipato all’inaugurazione di una sala operatoria hi-tech nell’ospedale San Camillo di Roma, segnando una nuova tappa nel suo tour settimanale che lo vede partecipare ad ogni sorta d’evento che mostra una realtà molto distante da quella vissuta ogni giorno dai cittadini laziali costretti ad attese infinite per le visite specialistiche a causa della mancanza di macchinari e medici o in ostaggio dei pronto soccorso che non hanno personale né posti letto ma soprattutto non hanno più scuse da raccontare a chi ha la sfortuna di dover essere curato.

Il governatore del Lazio Francesco Rocca continua le sue passerelle in giro per gli ospedali romani

Ospedali in grave carenza di organico che hanno visto finire loro fondi in strutture private per il “progetto sperimentale per il decongestionamento dei pronto soccorso”, di cui molte appartengono al deputato della Lega Antonio Angelucci ex datore di lavoro di Rocca. Ma quante di queste strutture siano in grado di sopperire alla richiesta dei pronto soccorso non è chiaro soprattutto alla luce di nuovi elementi. Infatti, come abbiamo anticipato mentre vengono stipulati in queste ore i contratti con le strutture private, molti dei lavoratori che prestano servizio al loro interno si sono rivolti ai sindacati per segnalare la grave carenza di organico delle strutture stesse nelle quali si trovano ad operare.

E su questo abbiamo chiesto un parere a Francesca Perri, medico da 35 anni di cui 16 trascorsi sulle ambulanze con l’Ares 118. “Tutte queste strutture private sono già di loro in carenza di organico perché purtroppo c’è la tendenza a limitare i costi per massimizzare i profitti – spiega a La Notizia -. Inoltre, spesso non sono solo carenti sul piano numerico ma stipulando anche molti contratti a tempo determinato e sottopagati, i loro lavoratori si sono visti costretti a rivolgersi ai sindacati. Le strutture private per esperienza personale trovano tutti gli escamotage per pagare il meno possibile il loro personale spesso qualificato con tutte le specializzazioni che servirebbero.

Quindi nel caso del piano di decongestionamento dei pronto soccorso lanciato da Rocca è davvero difficile pensare che delle strutture così povere di personale siano in grado di risolvere il problema. Anzi le assicuro che chiamano molto spesso il 118 per chiedere di trasportare il paziente in ospedale. Io stessa, tante volte, sono stata costretta ad intervenire per effettuare trasporti di questo tipo”.

Ma non è tutto. “Il rischio è di intasare gli ospedali, soprattutto quelli di provincia – prosegue la Perri -. Avrebbero dovuto incrementare il personale dell’emergenza-urgenza e la prevenzione sul territorio potenziando la medicina territoriale. Rocca è un avvocato divenuto per nomina politica presidente della Croce rossa italiana, ente benefico e privato, ed ha poi fatto un corso di management sanitario, ma la sanità pubblica è un’altra cosa”.

Ergo? “Il privato considera la sanità un business sul quale investire e la politica un costo da scaricare. Rocca non ha il concetto di sanità pubblica e portare i fondi pubblici al privato che non investe potrebbe essere un’azione che si ripercuote sulla salute dei cittadini – conclude la dottoressa Perri -. La passerelle di Rocca falsificano la realtà. Io da medico sono sconvolta: ho creduto tanto nella salute pubblica e pensare che i pazienti vengano mandati in strutture equivalenti ad alberghi che a volte hanno un solo medico giovane e con poca esperienza e la notte nemmeno gli infermieri, ma solo Oss, mi rattrista e mi preoccupa allo stesso tempo”.