Roma come Amsterdam, Marino a luci rosse

di Marco Castoro

Il mestiere più antico del mondo nella città eterna. Una storia lunga una vita. Cominciata quando una Lupa salvò e allattò Romolo e Remo. Non certo la femmina del lupo, bensì una prostituta (dal Latino Lupa) diventata il simbolo di Roma. Oggi, 2800 anni dopo, ecco che l’attuale simbolo della città capitolina, il sindaco Ignazio Marino, dichiara guerra indovinate a chi? Alle prostitute. A mamma Roma.

Cosa dice Marino
«Questo dilagare della prostituzione non solo arreca un danno al decoro della città – sottolinea il primo cittadino dell’Urbe – ma crea situazioni di disagio gravissimo ad alcuni quartieri». Marino si dichiara favorevole a istituire i quartieri a luci rosse. Una Capitale stile Amsterdam. Con le donne in vetrina e il listino prezzi ben esposto all’esterno. Magari con offerte e sconti comitiva. Come al supermercato. Prendi due e paghi una. Chissà. Di sicuro c’è che il primo inquilino del Campidoglio ha espresso una sua opinione personale. «Purtroppo non è una decisione del sindaco – dice Marino – ma sarei favorevole a che ci siano zone dove è consentita e zone dove non lo è».
In pratica il sindaco pensa a una sorta di zonizzazione della prostituzione. Un ritorno ai lupanari dell’epoca romana, i luoghi deputati al piacere sessuale mercenario. Delle vere e proprie case d’appuntamento. Un’idea rispolverata e legalizzata addirittura da Camillo Benso conte di Cavour che con un decreto a cavallo del 1860 autorizzò l’apertura di case controllate dallo Stato per l’esercizio della prostituzione, soprannominate case di tolleranza, in quanto tollerate dallo Stato. Case diventate chiuse dal 1958, quando si applicò la legge Merlin. Esattamente il 20 settembre, lo stesso giorno in cui si festeggia la Breccia di Porta Pia, il giorno in cui Roma divenne Capitale del Regno d’Italia. Già, Roma. Ecco che si chiude il cerchio. Qualsiasi sentiero percorri quando si parla di prostituzione si torna sempre alla città eterna. Del resto non è mica un caso che tutte le strade portino a Roma.
Lucciole per lanterne
Secondo le opposizioni il sindaco ha preso lucciole per lanterne. La proposta hard arriva il giorno dopo il sì alla liberalizzazione delle droghe leggere e anche per questo motivo infiamma lo scenario politico. Oltre ai politici, la proposta di Marino ha creato un certo sdegno anche Oltretevere.
«La zonizzazione è una proposta vecchia e inaccettabile, che non risolve il problema della prostituzione e rende le istituzioni pubbliche conniventi con gli sfruttatori». Dice Giovanni Ramonda, responsabile generale della Comunità Papa Giovanni XXIII, che ha avviato una petizione online (raccolte 21 mila firme) per vietare le prestazioni sessuali a pagamento. Ma la storia di Roma racconta che nel Cinquecento anche i palazzi della Curia erano frequentati da donne di facili costumi. La Chiesa ha guadagnato di più dagli “oboli” delle prostitute che dalle indulgenze. Tanto per fare un esempio, il più glorioso degli esempi, la Basilica di San Pietro fu finanziata da un’imposta sulla prostituzione che fruttò una somma quattro volte superiore a quella ricavata dalla vendita di indulgenze. Senza contare che le concubine per avere la redenzione dei peccati e una degna sepoltura dovevano finire in monastero e consegnare tutti i loro beni al cassiere del Vaticano.

Imbarazzo del Pd
Alla vigilia delle Europee – che a Roma saranno il primo test sulla giunta del Campidoglio – le dichiarazioni antiproibizioniste di Marino cadono nel silenzio imbarazzato dei democratici, alla vigilia e nel giorno del comizio conclusivo di Matteo Renzi a piazza del Popolo, dal palco del quale il sindaco è escluso assieme all’altro rappresentante del Pd alla guida della Regione Lazio, Nicola Zingaretti. Mentre il centro destra deride o critica duramente Marino, la sinistra di Sel e ancor più i Radicali esultano. Droghe e prostitute, c’è da far festa. Si aprano le danze.