Roma, dopo il niet di Colomban arrivano le nuove nomine. Luca Bergamo vicesindaco e Pinuccia Montanari all’Ambiente

Roma, dopo il niet di Colomban arrivano le nuove nomine. Luca Bergamo vicesindaco e Pinuccia Montanari all'Ambiente.

Dopo le manette scattate per Raffaele Marra, il fedelissimo di Virginia Raggi che aveva collezionato i due ruoli chiave prima di capo di Gabinetto e poi di capo del Dipartimento personale, sembrava doversi aprire l’ennesimo nuovo corso per l’amministrazione capitolina a guida Cinque Stelle. Stop al “raggio magico” (con l’allontanamento di Salvatore Romeo e di Daniele Frongia, indotto a dimettersi da vicesindaco) e via libera a una sorta di commissariamento per la sindaca M5s. Il secondo, in realtà, dal momento che già un primo tentativo di commissariarla era miseramente fallito nei mesi scorsi con l’allontanamento del mini direttorio, scelto per affiancarla nelle scelte strategiche. Stavolta, però, è diverso. Anzi è peggio. L’esperimento, infatti, sin da subito ha mostrato le prime crepe. Nella serata di ieri, dal Campidoglio è arrivato il via libera a Pinuccia Montanari come nuovo assessore all’Ambiente così come si è sbloccata la partita sul vicesindaco con Luca Bergamo, attuale assessore alla Cultura, che ha accettato l’incarico di numero due dell’amministrazione.
Il flop dei vertici – Ma è proprio su questa seconda nomina che i vertici del Movimento hanno toppato. Secondo i loro desiderata, infatti, quel ruolo doveva andare a Massimo Colomban, uomo di fiducia, vicino alla Casaleggio e già entrato nella squadra Raggi come assessore alle Partecipate. Peccato che Beppe Grillo e  Davide Casaleggio avessero fatto, come si suol dire, i conti senza l’oste. Colomban nella mattinata di ieri si era subito tirato fuori: “Sono onorato ma non posso farlo”, aveva dichiarato, spiegando di non avere “né il tempo né la disponibilità per assumere il ruolo di vicesindaco. Come imprenditore e tecnico preferisco completare il compito di assessore alla riorganizzazione delle Partecipate, prima di assumere altri impegni gravosi o politici”.

Parole che, tra l’altro, hanno aiutato non poco la sindaca a emanciparsi dalle scelte calate dall’alto. Proprio su Colomban al posto di Frongia, infatti, Raggi aveva preso tempo con i vertici, dicendo di volerne parlare prima con la sua maggioranza. Condotta che, poi, ha seguito, con tanto di vertice M5s, prima di annunciare la nomina di Bergamo. Insomma una doppia débâcle per Milano. È senza dubbio vero che questa amministrazione non abbia fino a ora brillato sulle nomine, tra scelte poi rivelatesi sbagliate e scelte ancora sub iudice (e che potrebbero costare anche un avviso di garanzia alla Raggi stessa), ma è altrettanto vero che pure i guru stellati non sembrano mostrare grande lucidità in questo momento.

Idee rocambolesche -D’altronde non si riesce proprio a comprendere la ratio in base alla quale la casella di numero due della giunta dovesse essere occupata da Colomban. Una mossa tra il rocambolesco e il disperato, se si fosse concretizzata, anche alla luce del suo operato. Non c’è traccia ancora, infatti, di un suo piano di razionalizzazione delle partecipate del Campidoglio. Una galassia di circa 40 aziende non proprio in stato di salute, a cominciare da Ama e Atac. Non c’è dubbio che si tratti dui un lavoro lungo.  Colomban, però, è arrivato a Roma ormai da oltre due mesi.

Comunque sia, alla fine della giornata, chi può dirsi soddisfatta è proprio la Raggi che con una certa soddisfazione ha annunciato le due new entry in squadra.

“Il tema dell’ambiente e della gestione dei rifiuti rappresenta una della priorità della nostra amministrazione – ha detto presentando la neo assessora all’Ambiente – Pinuccia Montanari ha una grande esperienza nel settore e ha sempre portato avanti idee innovative che potranno contribuire ad affrontare le sfide che ci attendono”. Non senza ringraziare, ovviamente Bergamo che ha accettato la sfida di sostiture Frongia come vicesindaco: “Continueremo a lavorare insieme per il cambiamento e il rinnovamento della nostra città”.

In fondo, già uscendo di casa per recarsi in Campidoglio la sindaca aveva cercato di mostraresi sicura di sè: “Se mi arriverà un avviso di garanzia? Valuterò”, aveva esordito. Prima di aggiungere: “Non sono commissariata e mi sento ancora dentro M5S”.