Roma, l’Agenzia servizi sanitari boccia i grandi ospedali

I risultati sono impietosi. Lo studio dell’Agenas, pubblicato sulla rivista Monitor, evidenzia le criticità di cinque grandi ospedali di Roma.

Roma, l’Agenzia servizi sanitari boccia i grandi ospedali

I risultati sono impietosi. Lo studio dell’Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari, pubblicato sulla rivista Monitor evidenzia le criticità di cinque ospedali nella regione Lazio. Le strutture esaminate sono a Roma e si tratta del San Camillo, San Giovanni Addolorata, Policlinico Umberto I, Sant’Andrea e Policlinico Tor Vergata.

I risultati sono impietosi. Lo studio dell’Agenas, pubblicato sulla rivista Monitor, evidenzia le criticità di cinque grandi ospedali di Roma

I peggioramenti sono più accentuati per il San Camillo e l’Umberto I, mentre di fatto a salvarsi è solo Tor Vergata. Proprio qui, infatti, si registra un andamento complessivo positivo, con un tasso medio di crescita dell’1,85%. In particolare la struttura di Tor Vergata migliora nel campo dell’accessibilità e in quello degli investimenti. Per quanto riguarda gli esiti di cura dei pazienti si registra un miglioramento in due aree cliniche e un peggioramento in altre quattro. Migliorano, invece, i tempi di attesa sia per gli interventi chirurgici che per il pronto soccorso.

La situazione più critica è invece quella del San Camillo, dove il peggioramento è pari a un 6,77% in meno per il tasso di crescita. Pesa soprattutto la riduzione dell’accessibilità, da un livello quasi alto a uno basso. Sono sostanzialmente stabili, ma in fascia media, gli esiti di cura. Complicata anche la condizione dell’Umberto I, dove si registra un peggioramento rilevante per la sostenibilità economica patrimoniale, passando dalla fascia alta a quella media. Va male soprattutto per gli indicatori sulla gestione dei ricavi.

Tra i grandi nosocomi della Capitale l’unico a salvarsi è il Policlinico Tor Vergata

In tre aree su cinque si registra un peggioramento del 6,48%, soprattutto per quanto riguarda il personale e la sostenibilità economico patrimoniale. L’esito di cura si attesta a un livello medio, con un alto livello per il sistema respiratorio e uno invece basso per la chirurgia generale. Leggermente migliore, ma comunque negativa, è la situazione negli altri due ospedali del Lazio e di Roma esaminati da Agenas. Al San Giovanni si registra una vera e propria eccellenza per la chirurgia generale (con un livello molto alto), mentre preoccupa (livello basso) l’area clinica riguardante il sistema respiratorio. Complessivamente si registra un peggioramento del 3,23%.

Anche al Sant’Andrea il dato totale fa segnare un peggioramento del 2,55% e a scendere è il livello in tutte le aree, con l’unica eccezione degli investimenti. Gli esiti di cura risultano essere disomogenei con alcune aree cliniche che registrano risultati molto più negativi: è il caso, per esempio, del sistema respiratorio che si attesta in una fascia molto bassa. In conclusione, gli ospedali laziali non riescono a uscire dalla crisi e cinque delle più grandi strutture di Roma arrancano. Tuttavia a farne le spese, come al solito, sono i pazienti.