Roma soffocata dal caro-bollette. Ma da Gualtieri neanche un euro

I sindacati chiedono al sindaco di Roma Gualtieri un intervento a sostegno di famiglie e imprese per fronteggiare il caro-bollette.

Un intervento da parte del Comune di Roma a sostegno di famiglie e imprese: questa è la richiesta fatta dai sindacati a Roberto Gualtieri. Un tentativo di arginare, almeno in parte, le conseguenze della crisi che si sta abbattendo, come nel resto d’Italia, anche su Roma tra caro bollette, inflazione e un carrello della spesa che diventa, per forza di cose, sempre più leggero.

I sindacati chiedono al sindaco di Roma Gualtieri un intervento a sostegno di famiglie e imprese per fronteggiare il caro-bollette

“I nostri uffici territoriali”, scrivono nella lettera inviata al sindaco dem i segretari generali di Cgil di Roma e del Lazio, Cisl Roma Capitale Rieti e Uil del Lazio, Michele Azzola, Carlo Costantini e Alberto Civica, “ci segnalano la crescita costante del perimetro del disagio economico e sociale soprattutto in alcune specifiche aree del territorio comunale. La crescita dei costi energetici e dell’inflazione”, continuano, “sta colpendo i prezzi di beni alimentari e di primo consumo riducendo sensibilmente la capacità di spesa aggiuntiva dei redditi sotto i 40mila euro annui”.

Redditi che, a causa dell’inflazione, oggi valgono decisamente meno di quanto valessero un anno fa e che vengono assorbiti per la gran parte da tutte quelle spese incomprimibili, come mutui, affitti, bollette, benzina, spese mediche e scolastiche. I sindacati, per delineare efficacemente la situazione romana, si affidano ai numeri: tra aprile e agosto 2022 il ricorso alla Naspi è aumentato di 16mila unità.

Alcuni municipi della Capitale, poi, si collocano al di sotto del reddito medio cittadino – che è di 29mila euro – fermandosi sotto i 22mila euro lordi annui, con zone, come quella di Torre Maura, Torre Angela, Lunghezza e Borghesiana dove il reddito non arriva nemmeno a 20mila euro. Ma cosa intende fare Gualtieri a sostegno di famiglie e imprese romane asfissiate dal caro bollette? All’orizzonte, per ora, sembrerebbe non ci sia nulla.

I sindacati, come ammettono nella missiva, sono consapevoli che soluzioni strutturali a criticità del genere possono essere adottate solo a livello nazionale e internazionale, ma sostengono che “al fine di limitare i rischi di un pericoloso e repentino avvitamento della crisi sul territorio regionale” il Comune debba fare la sua parte.

La crisi energetica, però, colpisce anche le casse del Campidoglio. In un’intervista rilasciata a Il Tempo, il sindaco dem, pur non facendo riferimento direttamente alla richiesta dei sindacati, delinea un quadro all’interno del quale sembra non esserci spazio per le manovre auspicate: “Senza tener conto dei contratti di servizio e delle municipalizzate”, ha spiegato Gualtieri, “nella bolletta che Roma deve pagare si è generato un extracosto per il 2022 di 80 milioni. E lo stesso deficit è previsto nel 2023”.

Secondo quanto dichiarato nell’intervista, i costi sono aumentati da 30 a 109 milioni di euro, e il ristoro che il Comune ha ricevuto dal governo ammonta appena a 18 milioni. Per questo motivo il sindaco rilancia l’allarme dell’Anci sottolineando la necessità di un contributo dal governo che ammonti almeno a 40 milioni per il 2022. Altrimenti? “La conseguenza”, spiega, “sarebbe la riduzione dei servizi offerti alla collettività” e “se i servizi degli enti locali sono ridotti per l’aumento dei costi si crea un danno a cittadini e imprese”.

Insomma, se i sindacati saranno ricevuti o meno da Gualtieri ancora non è dato sapere, quello che è chiaro è che il primo cittadino ha messo le mani avanti e ha rispedito al Governo richieste e responsabilità.