Romeo: “Sui migranti siamo in affanno, non si può esultare”

Intese con l’estrema destra? La priorità è ribaltare questa Ue. Parla il capogruppo della Lega al Senato, Massimiliano Romeo.

Romeo: “Sui migranti siamo in affanno, non si può esultare”

Massimiliano Romeo, capogruppo della Lega in Senato, la maggioranza è compatta?
“Sì, certo che è compatta. Com’è normale si discute sulle varie tematiche. I risultati parlano chiaro, stiamo portando avanti i nostri obiettivi, anche con risultati importanti come il taglio del cuneo più alto a luglio, la questione lanciata da Salvini sulla sicurezza stradale. Ne stiamo facendo tante. Ora interveniamo sui mutui, sui tassi di interesse, se si riesce a sospendere il pagamento del differenziale per poi rivedere il piano di rimborso. Così evitiamo gli insoluti, ci sono stati dei rialzi molto molto importanti che gravano sulle persone. In una maggioranza ovviamente poi si valorizzano le diverse responsabilità”.

Però Tajani due giorni fa ha detto che voi in Europa state con i “post nazisti”…
“Comprendiamo le sue posizioni a livello europeo. Mi sembra che la proposta della Lega sia la stessa vincente in Italia, anche in Europa. Tutto ciò che è alternativo alla sinistra ci deve unire. Sappiamo che non è facile ma dobbiamo ribaltare l’Unione Europea imbevuta di un’ideologia che ci danneggia”.

Anche a costo di allearvi con la destra peggiore nazista?
“Dobbiamo tenere conto di una logica di sano pragmatismo. Cambiare governo in Europa è l’obiettivo principale. Mi sembra di capire che Salvini ha sancito una proposta molto importante”.

A proposito di Salvini, la proposta di punire chi ha usato sostanze stupefacenti anche quando ormai non provocano alterazioni ricorda un po’ lo Stato etico. Proprio voi, che vi definite liberali…
“Abbiamo sempre detto che la droga va contrastata. Qualsiasi droga. Non esistono a nostro giudizio droghe leggere: spesso si inizia con le leggere e poi si passa a quelle pesanti. Salvini interviene su sicurezza stradale perché quello è il suo ambito”.

A questo punto sono pericolosi anche i magistrati, i medici e politici che fanno uso di droga. Test anche per loro?
“Ero in Consiglio regionale e avevo fatto il test antidroga. Non voglio aprire una polemica, io personalmente l’ho fatto perché mi sembra giusto mandare un messaggio di attenzione. Se questa cosa deve essere allargata bisogna studiarla. Ho imparato che le sparate fanno la fortuna dei giornali ma nella realtà bisogna approfondire. Devono decidere i leader di centrodestra”.

Siete stati i primi a chiedere a Santanchè di riferire in Aula. Ora sono spuntati nuovi particolari: non crede che ci sia un tema di opportunità per una ministra?
“Sinceramente abbiamo chiesto che venisse in Aula perché quando montano le campagne dell’opinione pubblica prima si arriva a riferire e prima si chiude la questione. Il nostro intendimento andava a suo beneficio. L’opportunità è un gioco di parole per sviare dal principio che è quello del garantismo. Se si è di fronte a una condanna di sentenza definitiva è un conto. Altrimenti di cosa parliamo. Sappiamo bene che quando ci sono queste inchieste, ringraziamo Daniela che ha detto di voler venire in Aula. Domani (oggi, ndr) ribadiremo un principio sacrosanto: si viene in Aula per rispondere, lei darà tutte le risposte e basta, la questione è finita lì. Se la magistratura dovesse decidere di verificare sarà una questione della magistratura”.

Se fosse un ministro di un governo di centrosinistra direbbe lo stesso?
“La politica deve imparare un cosa. Non possiamo utilizzare una qualsiasi inchiesta giornalistica per fare in modo che la maggioranza venga indebolita. La politica deve tornare a essere forte”.

E quindi i suoi che chiedevano le dimissioni di Soumahoro?
“La cultura del garantismo dobbiamo imparare a fare in modo che riguardi tutti”.

Il Pnrr ha 17 progetti su 27 in ritardo.
“Abbiamo ereditato un Pnrr che non abbiamo fatto noi. L’abbiamo detto un po’ di tempo fa. La nostra filosofia è diversa: quali progetti si riesce a fare in tempi certi? Dovevamo chiedere soldi per quelli. Invece abbiamo chiesto di tutto. Quando parti con il piede sbagliato… Poi si sa che i fondi europei facciamo fatica a spenderli. Si poteva immaginare che stare sui tempi sarebbe stato difficile. Noi faremo tutto il possibile”.

La posizione della Lega sul Mes è sempre la stessa? Siete contrari?
“La posizione della Lega è sempre la stessa. Abbiamo avuto questa posizione fin dall’inizio. Sappiamo bene che essendo in un contesto, vediamo la Meloni cosa ci dirà. Lei è presidente del Consiglio. So che c’è una trattativa su patto di stabilità, si vedrà. Il governo farà le sue valutazioni. È vero che decide il Parlamento ma alla fine si sa che è il governo a dirci come dobbiamo agire”.

Gli sbarchi aumentano ma Meloni esulta… Voi siete soddisfatti?
“Abbiamo sempre detto che sono stati fatti dei passi in avanti. Essere riusciti a coinvolgere l’Ue per stabilizzare il Nord Africa è un passo. Una politica il cui risultato si vedrà nel tempo. C’è il ministro Piantedosi che un giorno sì o un giorno no va in qualche Paese del nord Africa, spingiamo per stabilizzarla, dobbiamo farlo noi come Occidente. Non solo l’Ue ma anche la Nato. Altrimenti il rischio è che si facciano avanti altri interlocutori come Cina e Russia che si è già offerta per prestare soldi alla Tunisia se non lo farà il Fmi”.

Ma allo stato attuale non esultate…
“In questo momento siamo in sofferenza, questo è evidente. È un investimento a medio termine”.
Intanto Salvini che non vedeva l’ora di affrontare in tribunale Carola Rackete si è fatto salvare dal Senato…
“Non s’è fatto salvare. Il Senato ha preso atto di una situazione: essendo senatore della Repubblica non deve essere perseguito per le sue opinioni. Questo è un principio sacrosanto. Altrimenti cade l’articolo della Costituzione legato al mandato da parlamentare”.

A marzo lei ha detto: ”Non si è fatto abbastanza per fermare la guerra in Ucraina”. Lo pensa ancora?
“Più la guerra si prolunga e più i rischi di escalation sono dietro l’angolo. Anche il golpe recente ha tenuto il mondo con il fiato sospeso perché se Putin si indeboliva diventava ancora più pericoloso, se le testate nucleari finivano nelle mani sbagliate era ancora peggio. Più si va avanti più si rischia. È giusto, come abbiamo sottolineato, inviare armi per difendere uno Stato sovrano e condannare l’aggressione. Dall’altra parte mai come oggi è importante avviare un’azione diplomatica per trovare una soluzione negoziale. Mi sembra che se ne stiano accorgendo anche gli Usa. Si può trovare una soluzione che faccia arretrare la Russia e trovare un compromesso. Almeno arrivare a una tregua. L’Europa dovrebbe cogliere l’occasione, sarebbe importante che dicesse qualcosa, oltre al legittimo sostegno”.

Quanto dura il governo?
“Cinque anni, e poi altri cinque. Anche per i progetti che stiamo portando avanti in cui serve tempo e stabilità. Più stabilità c’è più il Paese migliora”.