Rottamazione quater necessaria per la ripartenza. Parla la deputata M5S, Flati: “Serve più aiuto a imprese e famiglie”

Parla la deputata M5s, Flati: "Serve più aiuto a imprese e famiglie”. E sui sindacati spiega che non vanno criminalizzati ma ascoltati.

Il M5S ha chiesto con il suo leader, Giuseppe Conte, la rottamazione quater. Francesca Flati, deputata pentastellata della Commissione Bilancio, quali sono i motivi di questa richiesta?

“È evidente che il prolungato stato di emergenza sta continuando a causare pesanti difficoltà anche dal punto di vista economico. Ci sono molti italiani che, in questo momento, non riescono a far fronte a tutte le spese, per cui condivido la proposta del presidente Conte di ricorrere ad una rottamazione quater. Rinviare i tempi di pagamento delle nuove cartelle esattoriali e garantire modalità di pagamento agevolate dà la possibilità a famiglie e imprese di ripartire”.

La Manovra sta continuando ad accumulare ritardi. Ai tempi di Conte tutti a quest’ora gridavano allo scandalo.

“Purtroppo anche quest’anno i tempi per la discussione della Legge di Bilancio sono piuttosto stretti e c’è un’alta probabilità che non si arrivi a discutere il testo in entrambi i rami del Parlamento. Non è un peculiarità solo di questa legislatura, accade ormai da molto tempo e non è certo un bene per la nostra che è una democrazia parlamentare. Discorso diverso invece sono gli attacchi strumentali perpetrati in passato, attacchi ad personam usati solo per delegittimare il presidente Conte. Perché oggi nessuno dice niente? Bisognerebbe rivolgere questa domanda ai Salvini e ai Renzi che prima si stracciavano le vesti per ritardi anche minori. Ma è ormai chiaro che la coerenza non è il loro forte”.

Entrando nel merito della Manovra il Reddito di cittadinanza qualche colpo l’ha accusato anche con la scelta di sovvenzionare le agenzie private più che mettere a posto i Centri per l’impiego. E sul Superbonus è stato introdotto il tetto Isee per le villette.

“Relativamente alla manovra, parliamo di un testo che ora è all’esame della commissione bilancio del Senato, quindi non conosciamo ancora le modifiche che saranno apportate e come sarà il testo definitivo. Per quanto riguarda il Reddito di Cittadinanza, l’abbiamo sempre detto, è una riforma che va potenziata, ma soprattutto completata. Purtroppo ci scontriamo con alcune forze politiche che non comprendono, o non sono interessate ai problemi dei cittadini e attaccano il Reddito. Ignorano però che durante la pandemia, questa misura ha aiutato più di 5 milioni di italiani, permettendogli di non scivolare sotto la soglia di povertà assoluta. E, nonostante l’emergenza sanitaria in corso, con il programma del Reddito di Cittadinanza più di 400mila persone hanno trovato lavoro. Questo significa che la misura funziona: chiaramente bisogna ancora lavorare e ci vorrà tempo, soprattutto per portare a compimento la riforma dei centri per l’impiego, che ricordo va effettuata anche assieme alle Regioni, da cui dipendono. Ma questa è la strada giusta e noi continueremo sempre a difendere questa misura di civiltà. Parlando di Superbonus, ci battiamo per fare in modo che sia ancora per tutti, perché ha dimostrato di avere grandi potenzialità: ha generato moltissimi nuovi posti di lavoro e nuove imprese in un settore particolarmente sofferente e in tempo di pandemia. Inoltre, parliamo di rigenerare il patrimonio immobiliare italiano, aumentandone il valore e rispondendo alla sfida della transizione ecologica. Una casa più efficiente, per altro, consente di risparmiare sulle bollette e di aiutare l’ambiente”.

Cgil e Uil hanno scioperato contro una Manovra che considerano iniqua. È giusto criminalizzarli?

“In realtà, la manovra in questo specifico contesto sociale ed economico non può essere vista da sola, ma piuttosto in un contesto più ampio, combinata ad altri provvedimenti, come i decreti Ristori, i decreti Sostegni o il decreto Fiscale, che proprio come la Legge di Bilancio, contengono diverse misure in favore di famiglie, lavoratori, imprenditori e imprese. Inoltre stiamo lavorando al decreto di attuazione del Pnrr, che proprio settimana prossima arriverà in Aula alla Camera e che contiene moltissime misure volte a migliorare la vita dei cittadini, e in generale la vita economica del Paese, grazie anche agli ingenti investimenti in ambito di transizione ecologica e di digitalizzazione. Ovviamente, siamo molto attenti a tutti gli interventi che vengono introdotti. Ad esempio, non siamo d’accordo con l’eliminazione del cashback e ci batteremo affinché questo strumento sia ripristinato. Per quanto riguarda il decreto dignità non è stato smantellato, ma non possiamo ignorare che il mondo del lavoro ha chiaramente risentito del periodo di emergenza pandemica. A questo proposito, sindacati e lavoratori non possono essere criminalizzati, il diritto di sciopero non si può contestare. Come ha sottolineato il presidente Conte, è necessario ascoltare e confrontarsi con chi ha esigenze e problemi specifici. Per questo il presidente incontrerà le forze sociali la settimana prossima: la nostra volontà, come sempre, è quella di mantenere alta l’attenzione sulle fasce più deboli della popolazione, su giovani, donne, precari. Non stiamo vivendo un periodo normale, per questo dobbiamo lavorare con ancor più determinazione per trovare soluzioni e, al contempo, per difendere tutte le nostre battaglie. Basti pensare al salario minimo: un tema che riguarda milioni di lavoratori, giovani e meno giovani, e che è assolutamente urgente. Perché le altre forze politiche continuano a ignorarlo?”

Sul Quirinale il M5S corre il rischio di essere ininfluente come teme Primo Di Nicola?

“Io non credo che la prima forza in Parlamento possa essere ininfluente. Di certo bisogna lavorare tutti insieme per raggiungere un risultato positivo per il Paese. Non mi soffermerei sui titoli, perché lo stesso collega Primo Di Nicola ha ben argomentato la sua posizione, spiegando quanto sia importante la condivisione e il coinvolgimento dei gruppi parlamentari. Il gruppo M5S è unito e convinto che per il Colle sia necessario trovare una figura di alto profilo morale, che rappresenti tutti i cittadini e sul quale ci sia la massima condivisione tra tutte le forze politiche. Su questo non c’è alcun dubbio”.

Continuerà il divieto di partecipare alle trasmissioni Rai? Già buona parte della stampa non vi ama. Non correte il rischio di auto-oscurarvi?

“La decisione presa è stata necessaria per sottolineare con ancora più forza l’importanza di questa tematica, a noi molto cara. E cioè la necessità di dire basta all’influenza della politica sul servizio pubblico. Siamo sempre stati contrari alla lottizzazione, ma anche questa volta abbiamo dovuto constatare che il cosiddetto establishment non è intenzionato a risolvere il problema. C’è un disegno di legge del Movimento 5 Stelle finalmente incardinato in Senato, dopo 3 anni di lotte, che interviene sul tema. Sembra però che le altre forze politiche non siano intenzionate a proseguirne l’esame, nonostante roboanti dichiarazioni pubbliche, lasciandolo impantanare un po’ come successo con la legge Zan. Per noi è importante invece che il servizio pubblico resti libero e indipendente, per assicurare ai cittadini la massima correttezza e il massimo pluralismo informativo”.

Nel decreto Pnrr siete riusciti a fare approvare un emendamento che istituisce un credito di imposta all’80% su alcune delle spese sostenute dai parchi acquatici e faunistici. Ci spiega di cosa si tratta?

“Nel decreto erano previste alcune agevolazioni fiscali, tra cui un credito d’imposta all’80% su alcune spese, destinato a determinate tipologie di imprese. Grazie a un emendamento della collega Scanu, abbiamo ampliato queste categorie di imprese, andando ad includere i parchi faunistici e acquatici, contribuendo così a garantire anche la tutela e il benessere degli animali. Bisogna infatti ricordare che durante il periodo di chiusura dovuto al lockdown, queste imprese hanno dovuto sostenere ugualmente le spese per il cibo, le cure veterinarie, il personale specializzato e per tutta una serie di attività specifiche che non potevano essere fermate. Parliamo di parchi che spesso ospitano animali feriti che hanno bisogno di cure, o animali nati in cattività, che non saprebbero cavarsela in natura. O ancora, animali che vivono liberi in un contesto naturale, per i quali la cura dell’ambiente circostante è garanzia del loro necessario benessere. Già con il primo decreto Rilancio e successivamente con il decreto sostegni bis, avevo proposto di sostenere queste imprese e ora finalmente si è arrivati ad una misura che, peraltro, si estende fino al 2024. Ovviamente vigileremo affinché questi soldi vadano ad incidere realmente sul benessere della vita degli animali e sul corretto mantenimento delle strutture, con l’obiettivo di garantire un ambiente salubre e una migliore qualità di vita. A questo proposito, sottolineo che per chi considera invece gli animali semplicemente una fonte di lucro, ci sono diverse proposte del M5S in parlamento che aspettano solo di essere esaminate ed approvate per dare maggiore tutela e diritti agli animali”.