Se per il sindaco di Milano la missione romana era finalizzata a convincere i senatori (quelli del Pd) a votare il Salva-Milano, per Beppe Sala il compito è fallito. Di grosso. Due giorni fa, infatti, intervenendo in commissione Ambiente, non solo non ha azzerato le perplessità dei molti dem sul provvedimento che cancella le inchieste sull’Urbanistica, ma è riuscito anche a rendere manifesto il (non) appoggio al provvedimento del presidente di Anci e sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi.
Il mancato appoggio di Manfredi
Il collega (che solo pochi mesi fa lo aveva battuto nella corsa alla guida dell’Ente) ha infatti proposto di trasformare il colpo di spugna del Salva-Milano in una “norma transitoria”, perché sarebbe impossibile stabilire l’effetto della legge sugli altri comuni d’Italia… Una proposta che di fatto sconfessa l’impianto della legge già passata alla Camera, ma ora impantanata al Senato. Norma che non potrà vedere la luce prima di alcuni mesi (se rimarrà invariata rispetto al testo approvato alla Camera), mentre, se verrà modificata, la calendarizzazione diventerebbe assolutamente incerta.
La stizza di Sala col Pd: “Sarebbe un problema politico”
Più che comprensibile quindi la reazione stizzita di Sala ieri verso il partito di Elly Schlein: “Non sono intenzionato a fare un passo indietro” se non dovesse passare al Senato il Salva-Milano, perché il Pd non lo voterà, “ma sarebbe un problema politico” ha detto intervenendo a SkyTg24. “Perché se” dal Pd “non appoggiassero questa norma, metterebbero in discussione il mio lavoro e quello del mio predecessore, cioè Giuliani Pisapia, a cui le norme sull’urbanistica risalgono”, ha aggiunto.
“Il Pd è quello della Camera o del Senato?”, ha proseguito, “quello che esprime l’assessore all’Urbanistica, perché quello precedente era del Pd (Pierfrancesco Maran, ora euro-deputato, ndr), o che critica il lavoro dell’assessore?”, si è domandato polemico. “Io sono confidente – ho parlato a lungo con Elly Schlein per spiegarle le cose – che tutto si ricomponga, però è chiaro che da questo punto di vista non è un problema di passo indietro, è un problema di giudizio sull’operato dell’amministrazione”, ha quindi aggiunto.
Il sindaco si è detto pronto ad ammettere i propri errori, ma la sensazione di Sala è che le critiche vadano anche al di là della mera urbanistica. “È chiaro che facendo si può sbagliare, ma io rivendico tutto quello che è stato fatto, per cui mi scoccerebbe se tutto ciò passasse come un errore politico e amministrativo nella gestione della città”.
“Abbiamo interpretato leggi nazionali e regionali”
Circa le inchieste relative all’urbanistica su presunti abusi edilizi – oltre una ventina, con quasi 120 cantieri finiti sotto il faro dei pm -, Sala ha commentato: “La Procura è nota per essere sempre molto incisiva. Nessuno può essere esente da errori ma noi abbiamo interpretato leggi nazionali e regionali e riteniamo di averlo fatto in modo proprio – ha aggiunto -. Non è un salvacondotto il Salva-Milano”.
“Al Parlamento chiedo, abbiamo interpretato in modo corretto o no? E noi ci atterremo a quello che dice il Parlamento – ha concluso -, nel frattempo stiamo preparando un nuovo Pgt (Piano di governo del territorio, ndr) che sarà pronto dopo le vacanze estive”.
La risposta a la Russa
E, prima di salutare, Sala ha voluto rispondere anche a Ignazio La Russa, il quale aveva ribattezzato il Salva-Milano in Salva-Sala (dimostrazione che FdI, a differenza di quanto fatto alla Camera, non è più tanto propensa a votare la norma al Senato): “Non mi spingerei a dire che c’è una aggressione della magistratura al sistema Sala. Ho 66 anni e ho fatto tante cose nella mia vita che mi spingono a pensare che al limite mi salvo da solo, i miei destini e la mia tranquillità personale non dipendono da questo. Vorrei rassicurare il Presidente La Russa che poi ogni tanto fa queste battutine”.
Polemiche a parte quello lanciato ieri da Sala è un vero e proprio avvertimento a Schlein, rimasta ancora, colpevolmente, muta sulla questione.
I Verdi: “Ritirare il Salva-Milano e ripartire dal Pgt”
In attesa di un segno di vita della segretaria, al sindaco ha risposto il consigliere comunale verde, Carlo Monguzzi, uno dei più strenui oppositori del Salva-Milano: “Non siamo proprio tutti tonti e la proposta per convincere la sinistra a votare il condono edilizio offende l’intelligenza delle persone: si promette qualcosa che c’è già (cioè una legge urbanistica, ndr). La nostra proposta invece è di ritirare il Salva-Milano, ammettere gli errori e fare il Pgt con regole giuste e una nuova visione delle città. In questo nuovo clima si applichi la giustizia riparativa sugli immobili oggetto di inchiesta: come risarcire i cittadini che hanno investito e risarcire l’ambiente”.