Salario minimo, le prossime tappe: dai tempi alla convenzione con il Cnel

Salario minimo, novità nei prossimi 60 giorni chiesti dalla premier alle opposizioni che intanto hanno lanciato una petizione.

Salario minimo, le prossime tappe: dai tempi alla convenzione con il Cnel

Salario minimo, dopo l’incontro tra le Meloni e le opposizioni è partito il conto alla rovescia dei 60 giorni chiesta dalla premier. Intanto, sono arrivate a 200 mila firme in pochi giorni la petizione online lanciata dalle opposizioni.

Salario minimo, le prossime tappe

Dopo il confronto tra la Meloni e le opposizioni sul salario minimo, molti si chiedono quali saranno i prossimi passi dell’esecutivo mentre si aggiungono sempre di più firme nella petizione online. La premier si è data 60 giorni di tempo dall’ultimo incontro con le opposizioni per effettuare un intervento o meno sugli stipendi minimi. Dunque, il primo passo sarà fatto dal Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro, guidato dall’ex ministro Renato Brunetta.

La convenzione con il Cnel

“La questione salariale in Italia non può essere limitata a un dibattito sull’opportunità o meno di un salario minimo per legge, senza affrontare i problemi a monte che ostacolano la crescita dei salari” si legge nel documento approvato dal Cnel e consegnato al Parlamento l’11 luglio scorso. Ci sono già delle proposte presentate da Brunetta alla commissione Lavoro della Camera:

1. La necessità di un profondo e significativo coinvolgimento e confronto con le parti sociali,
2. Non limitarsi all’alternativa salario minimo per legge sì o no, ma affrontare, a monte, i problemi che ostacolano la crescita dei salari dei lavoratori, tra cui i ritardi nei rinnovi contrattuali aggravati dalla crescita del costo della vita e dall’elevato cuneo fiscale, dall’impatto della precarietà, del part-time involontario e del “lavoro povero”.
3. Affrontare il nodo della bassa produttività.
4. Intervenire sul dumping contrattuale che rischia di impattare negativamente sulla qualità della contrattazione collettiva.
5. Contro i contratti pirata, far riferimento al trattamento economico come determinato dal Ccnl di riferimento.
6. Intervenire sui bassi salari dal lato della riforma fiscale.
7. Favorire un pieno sviluppo a tutti i livelli della contrattazione, al fine di rispondere in maniera strutturale, con soluzioni di medio e lungo periodo, alle criticità presentate.
8. Indicare il Cnel come sede del National Productivity Board per l’Italia, previsto da una raccomandazione della Ue. Inoltre viene proposto di rilanciare la connessione tra salari e andamento di impresa. Tra le forme di decontribuzione per le imprese si ipotizza di favorire le forme di partecipazione dei lavoratori, con una più forte legislazione fiscale di sostegno, a partire dalle soluzioni di profit sharing.