Salute nei luoghi di lavoro, un solo asso pigliatutto. Così il gruppo Sintesi spunta in Consip, Tim, Enel e Inps

Salute nei luoghi di lavoro, un solo asso pigliatutto. Così il gruppo Sintesi spunta in Consip, Tim, Enel e Inps.

Un verticoso giro di gare milionarie e dietro sempre le stesse imprese e gli stessi uomini politici. Abili a districarsi tra i sontuosi appalti della Consip, ma anche in quelli altrettanto ricchi di ministeri, grandi enti e più in generali della pubblica amministrazione. Gare sulle quali un senatore in particolare, Lucio Barani (Ala) sta provando insistentemente ad accendere un faro, presentando continue interrogazioni parlamentari.

In gioco c’è la salute di migliaia di lavoratori, ma anche l’emersione di un intreccio di rapporti e di influenze che condizionano un mercato delicato e particolare come è quello dei servizi medici nelle grandi aziende. A far esplodere una polemica che serpeggia da mesi è l’ultimo incarico in fase di assegnazione al Ministero dei beni culturali. Una gara da una decina di milioni per i servizi di sicurezza e prevenzione sanitaria che a sentire le indiscrezioni sarebbe stata vinta dalla società Sintesi, secondo quanto ipotizzato da Barani in rapporti con la Romeo Gestioni dell’imprenditore napoletano Alfredo Romeo, attualmente in attesa di braccialetto elettronico per spostarsi dal carcere di Rebibbia ai domiciliari nella sua abitazione.

Ex politici consulenti – Sintesi, grosso gruppo guidato da Pierluigi Gemmiti, ha tra i suoi consiglieri un ex parlamentare proveniente dalla stessa sponda politica del ministro Dario Franceschini, quel Renzo Lusetti che nel 2008 è stato coinvolto nel primo arresto di Romeo, del quale era consulente. Una figura speculare a quella di Italo Bocchino, altro ex parlamentare questa volta vicino all’ex segretario An Gianfranco Fini. Lusetti, all’epoca impiegato dal re del facility management partenopeo per avere un quadro più preciso possibile sulle opportunità nei suoi business, adesso si cimenta in altri settori come la medicina del lavoro. “Sto aspettando risposte precise dal ministero dell’Economia” dice Barani riferendosi alla circostanza che Sintesi sembri una sorta di asso pigliatutto, godendo – a differenza di altre società – di grande disponibilità da parte dei committenti. L’ultimo caso è un appalto Tim, dove pur di farla entrare sono stati riaperti i termini della gara. E buoni rapporti vengono segnalati da più parti con l’avvocato Alberto Bianchi, a capo della Fondazione Open che finanzia la Leopolda di Matteo Renzi, ma anche consigliere di amministrazione dell’Enel dove neanche a dirlo Sintesi si è aggiudicata importanti lotti.

Opacità – Com’è possibile che sempre la stessa società vinca tante gare?, si domanda Barani, facendo riferimento anche all’ultimo affidamento dei servizi per la gestione integrata della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro dell’Inps e dalla Consip. Tutti incarichi milionari dietro i quali il senatore vede un attivismo quanto meno sospetto da parte di personaggi legati in vario modo alla politica e al governo. Nel mirino ci sono in particolare le società Igeam, Sintesi e COM Metodi, ma anche la Deloitte Consulting, multinazionale della consulenza presente in alcuni raggruppamenti d’impresa in corsa per le gare della pubblica amministrazione, nonostante abbia lavorato per la stessa Consip. Un classico caso di conflitto d’interessi tra chi da un lato corre per vincere un appalto e dall’altro assiste chi deve aggiudicarlo. Per non parlare della società Exitone di Ezio Bigotti, grande “nemico” di Romeo, la cui holding – a quanto riferito da Barani in Parlamento – è controllata dalla lussemburghese Lady Mary 2, schermata da due fiduciarie nello stesso granducato.