Salvini a processo pure a Torino. Deve rispondere di vilipendio all’ordine giudiziario. In Giunta delle immunità arrivano le carte sulla Open Arms. Il 27 febbraio il voto sull’autorizzazione a procedere

E’ ripreso ieri a Torino il processo che vede imputato il leader della Lega Matteo Salvini, accusato dalla Procura di vilipendio dell’ordine giudiziario. L’episodio risale al 14 febbraio 2016, quando durante il congresso regionale della Lega Piemonte Salvini pronunciò alcune frasi nei confronti della magistratura ritenute offensive. In particolare, a proposito di un’inchiesta sulle spese pazze dei politici in Liguria, Salvini disse: “Difenderò qualunque leghista indagato da quella schifezza che si chiama magistratura italiana, che è un cancro da estirpare”.

Nell’udienza l’avvocato di Salvini, Claudia Eccher, ha sentito i testi della difesa, fra cui il capogruppo della Lega alla Camera Riccardo Molinari, che nel 2016 era il candidato alla segreteria regionale, sfidante di Gianna Gancia: “Durante la campagna congressuale la mia avversaria mi aveva fatto passare per un delinquente, Salvini era infastidito che una parte della Lega aveva utilizzato argomenti non politici (l’inchiesta Rimborsopoli) ma parlò di politica, fece un appello all’interno del partito”. Per i suoi non fu dunque un attacco alla magistratura ma un appello a tenere unito il movimento.

Mentre oggi la Giunta delle immunità del Senato ha ricevuto gli atti con cui il tribunale dei ministri di Palermo chiede l’autorizzazione a procedere nei confronti di Salvini per il ritardo nello sbarco di migranti dalla nave della Ong Open Arms nell’agosto scorso. Le accuse contestate all’ex ministro sono sequestro di persona e omissione di atti d’ufficio. Agli atti c’è anche lo scambio di mail con il premier, Giuseppe Conte, che chiedeva di dare assistenza ai minori “con urgenza”, mentre Salvini negava “ogni responsabilità”.

La Giunta di Palazzo Madama voterà il 27 febbraio, alle 16, sulla richiesta di autorizzazione a procedere per il caso Open Arms, mentre resta confermato, per il 12 febbraio, il voto finale dell’aula del Senato sull’autorizzazione a procedere per il caso Gregoretti.