Salvini contro tutto e tutti. Il leader della Lega scatenato in un crescendo di accuse ieri – ma non è certo una novità – non ha risparmiato nessuno: dalla ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, rea di aver aperto all’idea lanciata dal presidente del Coni Giovanni Malagò dello Ius soli per gli sportivi, auspicando che sull’argomento si arrivi ad una sintesi politica”, attaccata anche per le modalità di controllo del Green Pass e naturaliter per la questione degli sbarchi, al presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti per l’attacco informatico subito la scorsa settimana a danno dei servizi digitali erogati dalla Regione.
L’ATTACCO. “Disservizi, misteri, richieste di riscatto, l’incubo di nuovi attacchi hacker e la diffusione di dati sensibili: nel Lazio di Zingaretti si attendono ancora improbabili ripristini di backup mentre indagano i pm antiterrorismo. Un fallimento dopo l’altro che, come per l’emergenza rifiuti, viene fatto pagare ai cittadini: di quanto si stanno allungando le liste d’attesa? Il governatore del Pd ha il dovere di fare chiarezza’’ ha tuonato ieri Salvini, al quale a stretto giro hanno replicato vari esponenti dem.
Tranchant il sindaco di Pesaro e coordinatore nazionale dei sindaci Pd Matteo Ricci: “Dopo i No Vax Salvini strizza l’occhio pure agli hackers, accetti l’evidenza e la smetta di fare polemiche inutili. Salvini comincia a perdere colpi in maniera clamorosa, sarà forse colpa del caldo e dei suoi week end al Papeete se oggi (ieri, ndr) ha pensato di attaccare la Regione Lazio vittima nei giorni scorsi di pesanti attacchi hackers. Il leader della Lega preferisce prendersela con Zingaretti anziché con quei criminali rasentando il ridicolo, soprattutto quando parla di fallimento della Regione Lazio” ricordando che, nonostante questi fatti gravissimi, sia il primo nella copertura vaccinale. “Salvini prima di sparare sentenze sul Lazio, pensasse i disastri commessi dal suo presidente Fontana. In Lombardia solo disastri, nel Lazio un’ eccellente organizzazione sul piano vaccinale”, dichiara la deputata dem Patrizia Prestipino.
I NUMERI REALI. La stessa obiezione arriva dall’assessore alla Sanità del Lazio Alessio D’Amato: “Non capisco di quale fallimento parli il senatore Matteo Salvini riferendosi a Zingaretti, abbiamo subito un attacco da parte di criminali informatici e stiamo difendendo i cittadini. Il Lazio è la prima regione italiana per completa copertura vaccinale e questo rappresenta una sicurezza per la salute dei cittadini e per la nostra economia. Il resto sono solo chiacchiere da ombrellone”. L’assessore ha peraltro evidenziato come ieri sia stata raggiunta la cifra record di 7,2 milioni di dosi somministrate nel Lazio. “Il 70% della popolazione Over 12 ha concluso il ciclo vaccinale”, ha spiegato, aggiungendo che l’obiettivo di agosto è arrivare all’80% di popolazione con vaccinazione completa.
D’Amato ha poi lanciato “Torniamo allo stadio, vacciniamoci!”, l’iniziativa di Roma e Lazio per promuovere la vaccinazione: ai primi 400 tifosi giallorossi che si prenoteranno il 12 agosto e ai primi 250 tifosi biancocelesti che si prenoteranno il 13 agosto per effettuare la vaccinazione presso l’hub La Vela verrà dato in regalo un gadget ufficiale della propria squadra del cuore. Insomma, sebbene alcune delle piattaforme collegate all’ente siano ancora offline in attesa di essere riattivate in tutta sicurezza – fra queste SaluteLazio e LazioCrea – i servizi fondamentali e il sistema di prenotazione per la campagna vaccinale sono stati resi di nuovo operativi in un tempo ragionevole.
Al momento, i responsabili dell’attacco non avrebbero dato seguito ad ulteriori azioni alla scadenza dell’ultimatum posto – la data fissata era quella del 6 agosto alle 23 – probabilmente per non lasciare ulteriori tracce che avrebbero potuto portare alla loro identificazione, a cui sta lavorando una corposa task force che include collaborazioni anche da parte dell’Europol e dell’FBI, oltre all’intelligence italiana. La polizia Postale sta comunque proseguendo le verifiche, coordinata dalla Procura di Roma. Il rischio era legato alla possibilità che alcuni dati carpiti dai pirati telematici potessero finire nel dark web.
Chi indaga, inoltre, non esclude che gli hacker autori del blitz contro la Regione Lazio siano gli stessi del raid compiuto contro l’azienda di moda Ermenegildo Zegna, che un paio di giorni fa avrebbe subito un accesso non autorizzato, anche se non ci sarebbe stato alcun riscatto in questa occasione. Il fascicolo è in mano alla magistratura di Frosinone, la stessa che ha ascoltato anche il dipendente responsabile del computer hackerato da cui è partito l’attacco nei confronti della Regione.