Salvini controcorrente sul caso Salis, per lui il vero problema è che faccia la maestra in Italia

Per Salvini il vero problema è che Ilaria Salis faccia la maestra in Italia: la Lega controcorrente mentre il governo cerca una soluzione.

Salvini controcorrente sul caso Salis, per lui il vero problema è che faccia la maestra in Italia

Per Matteo Salvini la prima preoccupazione non è che Ilaria Salis sia stata portata in un’aula di tribunale incatenata, ma che la donna italiana faccia la maestra. “Non può fare quel lavoro”, dice il vicepresidente del Consiglio mostrando ben altra posizione anche rispetto al governo che, stando a quanto afferma il ministro degli Esteri Antonio Tajani, si sta impegnando per trovare una soluzione. 

Parlando a la Repubblica, invece, Salvini dice che “è assurdo che questa Salis in Italia faccia la maestra”. Non a caso ciò che fa Salvini è mettere di fatto sotto accusa Salis: “Stiamo per dare la notizia che già nel 2017 questa signora aveva assaltato un gazebo della Lega a Monza. Vedete? Vi pare normale che una maestra elementare vada in giro per l’Europa a picchiare e sputare alla gente?”.

Lo scontro sull’assalto al gazebo della Lega

Sul caso dell’assalto al gazebo della Lega è arrivata subito la replica dell’avvocato di Ilaria Salis, che spiega come sia “stata assolta per non aver commesso il fatto”. Per il legale, Eugenio Losco, la “signora Salis non è stata affatto individuata dalle due militanti della Lega, ma solo individuata come partecipante al corteo che si svolgeva quel giorno a Monza da un video”. E il giudice, spiega il legale, “ha specificato che risulta aver partecipato solo al corteo senza aver partecipato in alcun modo all’azione delittuosa”.

Ma la Lega sul punto non molla e, come spiega l’ufficio stampa del partito, l’avvocato che assiste una delle militanti aggredite a Monza “è determinato a promuovere azioni e a utilizzare tutti gli strumenti di legge per fare piena luce su quell’episodio di gravissima violenza politica”. 

Le accuse di Salvini a Ilaria Salis

La linea di Salvini sul caso, comunque, sembra diversa da quella del governo, con la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che ha anche chiamato il premier ungherese, Viktor Orban, per provare a risolvere la situazione. Per Salvini di certo “non è accettabile” che “si vada in tribunale con i ceppi”. Tuttavia c’è un ma: “Quella donna se è colpevole deve pagare e se il reato l’ha commesso in Ungheria deve essere processata in Ungheria”. Per Salvini, quindi, non deve essere riportata in italia come vorrebbe per esempio Tajani, che aveva ipotizzato gli arresti domiciliari nel nostro Paese. E oggi Salvini, a Bruxelles, non pare intenzionato a sollevare il tema a livello europeo. 

Il leader della Lega ribadisce la sua posizione parlando anche con gli altri giornalisti a Bruxelles, spiegando che è “fondamentale chiedere condizioni di detenzione civili, umane, rispettose e un giusto processo”, ma rimangono tutti i suoi dubbi. Soprattutto, se venissero confermate le accuse e fosse ritenuta colpevole sarebbe “assolutamente grave” trattandosi di “atti di violenza imputabili a un insegnante elementare che gestisce il presente e il futuro di bimbi di 6-7-8 anni”.