Salvini in imbarazzo dà la colpa alle toghe rosse. Effetto mojito: torna al Papeete Matteo la spara grossa

Effetto mojito: torna al Papeete Matteo la spara grossa. Il Capitano sostiene che la sinistra da 50 anni governa solo grazie ai pm

Salvini in imbarazzo dà la colpa alle toghe rosse. Effetto mojito: torna al Papeete Matteo la spara grossa

A sentirlo sembra Berlusconi. Sembra il Cav quando era il leader indiscusso del centrodestra e ad ogni inchiesta che lo riguardava come imprenditore cercava di far passare la tesi che fosse un attacco politico a Forza Italia o ai suoi governi. Anche la tempistica è la stessa. Fatta di bordate ai magistrati quando arrivano accuse pesanti ai big del suo partito. Ma a parlare è l’aspirante nuovo capo delle destre, Matteo Salvini, il numero uno della Lega, che mentre rimette piede al Papeete sembra perdere nuovamente la bussola. Strizza l’occhio ai no vax e si scaglia contro i pm. Nel 2019, tra un ballo e un mojito, arrivò a invocare i pieni poteri e anziché diventare premier finì relegato all’opposizione. Ora, rispolverando anche il tema dell’invasione dei migranti, occorrerà vedere dove andrà a finire dopo gli schiaffoni che gli ha già rifilato il premier Mario Draghi.

IL PUNTO
Ieri la Procura di Milano ha chiuso le indagini sul caso dei camici in Lombardia, quei dispositivi di protezione che secondo gli inquirenti la Regione intendeva acquistare all’inizio della pandemia dalla ditta del cognato e della moglie del governatore Attilio Fontana e che, scoperto l’affare, sarebbero poi stati fatti passare come una donazione. Lo stesso Fontana rischia un processo con l’accusa di concorso in frode in pubbliche forniture e Salvini non ha perso tempo nel fargli da scudo. Intervenendo a Cortona, in provincia di Arezzo, a sostegno della candidatura alle suppletive della Camera del candidato del centrodestra Tommaso Marrocchesi Marzi, il leader della Lega ha chiesto di firmare per i referendum sulla giustizia e ha affermato che in Italia “solo un mestiere è totalmente impunito”, quello del magistrato. Al solito armamentario populista, sempre come faceva Berlusconi, Salvini ha poi agitato lo spettro comunista. “Il Parlamento sta lavorando sulla riforma della giustizia – ha affermato – ma le riforme importanti non sono in discussione in Parlamento, perché la sinistra ovviamente alcune riforme non le vuole, da 50 anni usano i tribunali e i giudici per vincere le elezioni che perdono in cabina elettorale”. Peccato che mezzo secolo fa a sinistra ci fosse il Partito comunista. Un governo di centrosinistra, quando del Pci già non c’era più traccia, è arrivato soltanto nel 1996 con Romano Prodi.