Salvini lascia alla Meloni una prateria in Europa. Il leader della Lega sempre più isolato anche a Bruxelles. La leadership del Centrodestra si allontana

Bel colpo Giorgia. Per la presidente di FdI sembrerebbe essere un momento magico, ma qui non ci sono alchimie strane o “bestie” che pompano sui social, qui c’è una leader che negli anni ha investito molto su un respiro internazionale ed europeo da dare al suo partito e sulla costruzione di un’immagine personale in grado di avere un appeal che travalicasse i confini nazionali. Giorgia Meloni è la nuova presidente del Partito dei Conservatori e Riformisti europei (European Conservatives and Reformists Party), uno dei più importanti eurogruppi a Bruxelles, a cui aderiscono più di 40 partiti – fra cui i polacchi al governo con Diritto e Giustizia, gli spagnoli di Vox e i Democratici Svedesi –, con ben 62 europarlamentari di cui 6 di FdI.

Nulla a che vedere Con Identità e Democrazia a cui aderiscono il Front National di Marine Le Pen, Afd e la Lega di Salvini. “C’è spazio tra le due opzioni, quella di dire usciamo dall’Europa e quella di chi dice che possiamo starci solo obbedendo” cioè “stare in Europa a testa alta, cercando una sintesi sulla base dei valori, a legarla non devono essere solo le leggi di bilancio”, ha infatti voluto sottolineare la neo eletta presidente Meloni ieri nel corso di una conferenza stampa al Senato. E ancora: “Fratelli d’Italia è sempre più protagonista nel quadro politico internazionale: contro lo strapotere dei tecnocrati e dei burocrati, per costruire un’Europa che sappia difendere la sua identità e quella delle Nazioni che la compongono. Un’Europa di patrioti”.

Il nome della leader di FdI è stato approvato all’unanimità lunedì scorso nella riunione del Consiglio Ecr, a coronamento di un percorso che viene da lontano, già prima delle elezioni europee del 2019. La sua partecipazione a due importanti eventi di stampo conservatore negli Usa, il Cpac (raduno annuale dei conservatori americani) e la National Prayer Breakfast hanno poi sicuramente giovato alla sua immagine di donna di destra su cui puntare: Meloni è attualmente l’unica donna leader sia di un partito politico europeo che di un partito italiano. E la goccia cinese continua, costante ed inarrestabile, un altro “mattoncino” che va a sommarsi alla crescita di consensi di FdI da Nord a Sud e alla vittoria alle regionali della corsa settimana del suo candidato Acquaroli nelle “rosse” Marche, fortino espugnato, a differenza dell’Emilia Romagna e della Toscana dove le candidate leghiste non sono riuscite a vincere e convincere, nonostante i proclami e le intemerate riguardo a spallate al governo, mai concretizzate, da parte del segretario Matteo Salvini.

Ma mentre Meloni si consolidava a casa propria è stata anche abile a tessere relazioni, tenere contatti, portare avanti politiche comuni a livello internazionale, conditio sine qua non in vista della possibile sfida per la leadership della coalizione del centrodestra. Una nomina, quella in Europa, che ha il sapore di un’ investitura. Anche perché, e qui parlano i dati, Fratelli d’Italia nel nostro Paese, stando agli ultimi sondaggi, sarebbe ben oltre la doppia cifra: in poco più di un anno la Meloni avrebbe così triplicato il proprio consenso elettorale e colui – il Capitano – che fino a qualche tempo fa era ritenuto intoccabile e saldamente alla guida dell’intera formazione di centrodestra, adesso certo non è da ritenersi più tale.