Matteo Salvini è sempre più assediato. E non solo dal suo stesso partito. I segnali esterni di pericolo per il segretario del Carroccio, infatti, cominciano ad essere sempre più forti. E arrivano proprio dallo storico alleato della Lega di un tempo. Quel Silvio Berlusconi che l’europarlamentare leghista aveva tentato di mettere nell’angolo e che ora invece sarebbe pronto, come ha raccontato a La Notizia più di una fonte, a dargli il ben servito. La congiuntura politica in effetti è cambiata. L’optimum per Salvini sarebbero state le elezioni anticipate. Quelle sì che per il segretario del Carroccio si sarebbero rivelate l’occasione giusta, cavalcando l’effetto della vittoria di Donald Trump negli Stati Uniti, per piegare alla sua linea parte della base e della dirigenza leghista in disaccordo con lui, ma anche per dare le carte nel centrodestra nazionale. Sfumata questa ipotesi, dunque, non gli è rimasta altra strada che accelerare sulle primarie (la data ipotizzata sarebbe il prossimo 8 e 9 aprile). “È una mossa abbastanza disperata – ha raccontato un insider leghista – Se in casa sua è riuscito per ora, rimandando il congresso, ad arginare il malcontento generato dal suo progetto di una Lega nazionale, sempre più lontana dalle origini, il gioco muscolare non gli riuscirà certo con Berlusconi”. L’allergia del Cav per le primarie, d’altronde, è risaputa. “Ma c’è di più – ha detto al nostro giornale una fonte vicina a Forza Italia – Berlusconi ha già pronto un piano che metterà Salvini in grossa difficoltà”.
La exit strategy – Le urne lontane, intanto, fanno guadagnare tempo all’ex premier che continua a sperare in una bocciatura della Legge Severino da parte della Corte di Strasburgo e quindi di tornare nuovamente candidabile, “ma, in caso contrario, il Cavaliere è pronto a proporre a Salvini tre nomi, uno proveniente dalle fila azzurre e ben due di leghisti di peso, per la premiership del centrodestra, lasciando al leader del Carroccio piena libertà di scelta”.
Notizia confermata al nostro giornale anche da una fonte vicina alla Lega: “Berlusconi pensa a Luca Zaia da un lato e Roberto Maroni dall’altro. Di fronte a una simile proposta, vorrei proprio vedere – ha detto con aria di sfida – cosa direbbe Salvini per motivare un eventuale rifiuto”. Tra l’altro, una cosa è certa, anzi due, a sentire l’insider: “I rapporti tra il Governatore della Lombardia e il Cav sono frequenti. Non solo, ma Bobo Maroni, sin da quando lanciò la Lega in giacca e cravatta, non ha mai abbandonato l’idea di una sua candidatura a premier”.
Tutti gli indizi – D’altronde, basta riavvolgere un po’ il nastro e ripercorre i messaggi che a mezzo stampa lo stesso numero uno del Pirellone ha mandato al suo segretario, definendo il Cav il vero dominus del centrodestra. E non importa che proprio ieri abbia invece corretto il tiro, spalleggiando la linea salviniana delle primarie perché “è solo tatticismo. E in questa fase ci sta”. Una tattica, del resto, speculare a quella di Salvini che, alla ricerca di sponde interne al partito, sempre ieri ha tessuto le lodi di Zaia, definendolo una risorsa centrale per il Governo in caso di vittoria alle elezioni. “Più che tattica, paura – ha concluso la fonte – Il segretario della Lega in questa fase si sente accerchiato. Anche perché non c’è solo Maroni. Il primo vero sponsor dell’alleanza con Berlusconi rimane Umberto Bossi che ha ancora il suo peso nel partito, soprattutto tra dirigenti e leghisti che non vogliono rinunciare al progetto della Padania”.
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