Dopo aver cavalcato la rabbia dei No Green Pass, Salvini va da Draghi per proporsi come paciere e svelenire il clima che ha contribuito a creare

Il segretario della Lega Matteo Salvini nel suo colloquio di ieri con il premier Draghi parla da vero e proprio leader dell’opposizione.

Dopo aver cavalcato la rabbia dei No Green Pass, Salvini va da Draghi per proporsi come paciere e svelenire il clima che ha contribuito a creare

Parla a nome di tutto il centrodestra Matteo Salvini, senza distinzione di “centrodestra di governo”, come un tempo definiva il suo partito e Forza Italia – cioè la parte della coalizione che appoggia l’esecutivo Draghi – e l’opposizione guidata da FdI di Giorgia Meloni. Il punto è che nel suo colloquio di ieri col premier – che il segretario leghista vorrebbe fossero settimanali – parla da vero e proprio leader dell’opposizione e lamenta che sia in atto una campagna di delegittimazione, nelle ultime settimane particolarmente feroce, contro il centrodestra.

“Dammi una mano a svelenire il clima”, avrebbe chiesto Salvini all’ex numero uno della Bce: “Oggi l’ho detto al presidente Draghi. Penso che abbia capito che il momento è delicato e ci sono tante tensioni e tutti devono contribuire a svelenirle queste tensioni. Fare cortei di parte con le bandiere rosse, insultare tizio e caio non è il bene dell’Italia”. E ancora: “Noi rispettiamo le legge: se qualcuno vuole veramente bene all’Italia deve smetterla di dividerla i cattivi dai buoni. Non esiste violenza buona e violenza cattiva, gli estremisti vanno isolati da una parte e dall’altra. La violenza va superata”. Da una parte insiste dunque ad equiparare le violenze dei neo fascisti a tutte le violenze tout court e dall’altra si pone come fautore di un clima di “pacificazione” invitando a tenere “i toni bassi” nella dialettica politica

IL SOLITO DOPPIO BINARIO. Nonostante abbia chiesto al premier di intervenire, lui stesso si sia appellato alla “responsabilità” e non esiti a definirsi “preoccupato” dopo gli scontri avvenuti a Roma sabato scorso e in vista di quelli futuri – l’entrata in vigore domani dell’obbligo del Green Pass per tutti i lavoratori e il G20 in agenda a fine mese nella Capitale – il leader del Carroccio anche ieri non ha rinunciato alle ben note polemiche e ai soliti attacchi.

“Puoi avere anche un genio a fare il presidente del Consiglio, ma se la macchina è fuori controllo non vai lontano”, ha dichiarato tranchant Salvini prima di incontrare il premier a Palazzo Chigi, “Tirare fuori gli scheletri dal passato non fa bene all’Italia né al governo. Siccome di alcuni ministri non ho particolare stima né fiducia, ne parlerò con l’Ad del governo”: il riferimento è ovviamente all’operato della titolare del Viminale Luciana Lamorgese, attaccata duramente con toni sprezzanti anche dalla Meloni nel corso del Question time a Montecitorio (leggi l’articolo), che non ha esitato a definirla “peggio che incapace” avendo permesso gli scontri di piazza per creare tensioni sociali.

“Chi governa l’ordine pubblico in questo Paese non è riuscito a fermare cinque imbecilli che non hanno idee politiche, sono criminali. E noi tra 15 giorni ospitiamo i grandi del mondo. Roma sarà sulle tv di tutto il mondo, e noi con quale biglietto da visita ci presentiamo? Non possiamo fallire”, tuona da parte sua Salvini. E non contento “giustifica” i poliziotti che non si sono ancora vaccinati (qui il post): “È impensabile lasciare a casa anche un solo poliziotto, soprattutto dopo l’impegno e i sacrifici degli ultimi mesi. Le forze dell’ordine hanno lavorato con coraggio e professionalità anche nei momenti più duri della lotta al Covid, senza vaccini e con i contagi in salita, rischiando la propria salute. Meritano rispetto e gratitudine, non complicazioni”, afferma in riferimento al fatto che gli stessi sindacati di categoria abbiano denunciato il fatto che almeno di 30% di agenti in alcuni reparti mobili non si sia sottoposto alla somministrazione del siero anti – Covid. Insomma, ancora una volta Salvini fa dell’ambiguità la sua cifra stilistica.