Salvini non si accontenta delle riaperture dal 26 aprile. Ora il leader della Lega vuole spalancare tutto

Salvini ha chiesto l'addio al coprifuoco e la libertà per i ristoratori. Contestando il governo che appoggia

Salvini non si accontenta delle riaperture dal 26 aprile. Ora il leader della Lega vuole spalancare tutto

Non sono bastate le rassicurazioni del premier Draghi che venerdì scorso ha illustrato in conferenza stampa i tre pilastri della strategia di rilancio del Paese: una chiara road map delle riaperture con date certe in base a un “rischio ragionato”, misure di sostegno all’economia, alle imprese e alle famiglie che hanno subito un calo del reddito, rilancio della crescita grazie agli investimenti e un nuovo scostamento di bilancio da 40 miliardi approvato dal Cdm.

Salvini non si accontenta delle riaperture dal 26 aprile. Ora il leader della Lega vuole spalancare tutto

Nulla da fare: nuove proteste hanno investito l’Italia anche ieri, con l’Autostrada del Sole bloccata fino al primo pomeriggio dall’ennesima rivolta dei ristoratori, stavolta organizzato da Tni (Tutela nazionale imprese) a cui si sono aggiunti anche i ristoratori di “Io apro” che hanno occupato l’A1 intorno alle 9.30 vicino all’uscita di Incisa, in provincia di Firenze, in entrambe le direzioni paralizzando il traffico con code fino a 6 chilometri prima che la polizia stradale deviasse il flusso verso le strade regionali e provinciali. Nel corso della protesta un manifestante è stato investito da un’auto che ha forzato il posto il blocco mentre un altro è rimasto contuso con ferite alle mani, nessun ricovero in ospedale per quest’ultimo, cosa che invece è avvenuta per il primo manifestante, mentre l’automobilista autore dell’investimento è stato fermato e denunciato per lesioni volontarie.

Oggetto della contestazione il coprifuoco ancora fissato alle 22 e il fatto che con le nuove norme – con cui si dà la precedenza alle attività all’aperto – ad essere penalizzati saranno coloro che non dispongono di uno spazio esterno: “Sono il 25% i ristoranti che in Italia non hanno tavoli all’aperto”, dicono i manifestanti, chiedendo di poter riaprire dal 25 aprile a pranzo e a cena sia dentro che fuori i locali. Ma la protesta, spiega Pasquale Naccari, presidente di Tni Italia, non è solo contro il via libera limitato a chi ha un dehor, ma anche contro il distanziamento di 2 metri all’interno dei locali e il pagamento solo tramite Bancomat o carta di credito.

La protesta dei ristoratori sull’A1

Fra le richieste, anche la possibilità di predisporre tavoli per i frequentatori abituali, non più solo congiunti, i voucher emergenziali, la moratoria della legge Bersani fino al 2023, il no al pass vaccinale, l’abolizione del tetto del 30% per gli indennizzi. “Noi vorremmo aprire in sicurezza – spiega Naccari – il coprifuoco non ci permette di riaprire a cena e stare tranquilli rispettando i protocolli delle mense e dell’Autogrill. Come si fa a riaprire se non si ha lo spazio esterno e come si fa a aprire all’esterno se fa freddo?”. A gettare ancora una volta benzina sul fuoco il leader della Lega Matteo Salvini che ieri mattina, a proposito di coprifuoco, ha dichiarato: “Non penso che e 22, le 23 o le 24 facciano la differenza” e che il suo partito sta lavorando affinché “cadano anche questi due tabù, il coprifuoco alle 22 e il fatto che chi non è attrezzato per l’aperto non potrà riaprire”.

Come se le regole fossero state varate da un governo diverso da quello che la stessa Lega appoggia. Sul tema delle riaperture il Carroccio beneficia del sostegno di Italia Viva: anche il partito guidato da Matteo Renzi, infatti, è dell’idea che il piano di riaperture dovrebbe procedere più in fretta rispetto a quanto già deciso, ad esempio con la possibilità di riaprire già da metà maggio palestre e piscine. I due Matteo sempre più vicini, dunque, come conferma anche il fatto che i due partiti stiano lavorando per istituire una commissione d’inchiesta parlamentare sulla gestione della pandemia, con l’obiettivo di dimostrare le responsabilità di Speranza, Conte e Arcuri nella gestione della prima ondata di covid