Salvini sbarca in Abruzzo ma pensa di essere a Lampedusa. Nuovo blitz del Capitano ad Avezzano ma il copione è sempre lo stesso

A quasi settecento metri sul livello del mare il leader della Lega, Matteo Salvini, sembra trovarsi bene, visto che ieri è tornato, per la seconda volta, ad Avezzano, dopo la prima visita del 24 giugno scorso per sostenere la candidatura a sindaco di Tiziano Genovesi. Ma, nonostante si trovasse tra gente di montagna, il leader del Carroccio non ha rinunciato al suo chiodo fisso, gli sbarchi, mettendosi a parlare di Lampedusa. Stesso copione qualche ora dopo, a Chieti davanti al candidato sindaco, Fabrizio Di Stefano.

Salvini in Abruzzo ha trovato poca gente ad accoglierlo in strada e in conferenza stampa, dedicata a lavoro e sicurezza, c’erano più simpatizzanti che giornalisti. “Nel frattempo sbarcano migliaia di balordi da barchine e barconi che poi vanno in giro per l’Italia senza nessuna precauzione, senza nessuna distanza” ha detto il Capitano, mentre qualcuno gli urlava “bravo” trasformando così la conferenza stampa in uno show. “Non puoi chiedere agli abruzzesi di vivere una vita particolare – ha aggiunto Salvini spronato dalla platea – quando poi a Lampedusa ne sbarcano a centinaia di giorno e di notte. Sono così in fuga dalla guerra e dalla povertà che arrivano e sbarcano con i barboncini al guinzaglio, cappelli di paglia e telefonini ultimo modello, scarpe da tenni e anelli e orologi. Però appena ci rimandate al governo, e non manca tanto tempo, torneremo a sigillare i porti come abbiamo fatto quando eravamo al governo”.

E tra le urla scoppia anche un sentito in bocca al lupo. Il segretario si stuzzica il naso e rivolge uno sguardo magnanimo al candidato sindaco di Avezzano, Genovesi, che appare un po’ intimidito. Più sicuro di sé il coordinatore di Lega Abruzzo, Luigi D’Eramo. “In bocca al lupo! – insiste Salvini guardando i suoi uomini in campo e poi la supplica -: Vi chiedo in questi 58 giorni di metterci l’anima”. Il countdown, preso davvero troppo alla lontana, si slega con tutto il resto persino con la battutina finale sulla scuola: “L’unico banco con le rotelle è quello da regalare al ministro Azzolina per rimandarla a casa”.

In Liguria il capitano non ha avuto tanto successo nelle visite pre-elettorali, in Abruzzo prova a recuperare, ma anche a Chieti l’entusiasmo non è più quello di una volta. “I sindaci sono la spina dorsale del Paese, mi auguro che Avezzano e Chieti eleggano un sindaco che sia cittadino tra i cittadini” ha Salvini tra i morsi della fame in un primo pomeriggio teatino che sembra metter pioggia.