Salvini tra i clochard per scimmiottare i No Mask. Feste negazioniste per il Capitano: pronto a violare le norme anti-Covid

“O capitano! Mio capitano” scriveva il poeta statunitense Walt Whitman, frase resa indimenticabile di Robin William ne L’attimo fuggente. La poesia è stata scritta dopo l’assassinio di Abraham Lincoln, noi più modestamente la dedichiamo a Matteo Salvini e alle sue esternazioni verdi-populiste. Il leghista sovranista si lamenta delle restrizioni rosso-arancioni, non gli piacciono i cromatismi governativi e si riveste di uno dei suoi personaggi meglio riusciti e cioè l’anarchico buono che viola la legge, ma solo a fin di bene.

“Mi autodenuncio: se la vigilia di Natale, il 25 e il 26 non si potrà uscire di casa, neanche per portare una coperta a chi dorme in strada e ha freddo, per portare un sorriso a distanza, io lo farò lo stesso”, dichiara il seguace delle Alpi, ammantando un atto di pura violazione della legge con il magico manto del buonismo, in questo caso però peloso perché sottintende un altro fine e cioè farsi i cavoli propri. E poi ancora: “Il 25 pranzerò con i clochard e porterò un pasto caldo a chi dorme in strada. Lo farò in maniera rispettosa e ordinata, ma preannuncio che se il governo deciderà il tutti chiusi in casa, io uscirò e aiuterò gli altri”.

Altro che “aiutare gli altri”! Salvini mette avanti questa storia per permettere ai suoi adepti di andare per feste e festazze alpine e pre-alpine, magari a sciare, come fu fatto irresponsabilmente lo scorso febbraio scatenando il contagio della prima ondata. Salvini scimmiotta Donald Trump e i sovranisti assortiti, i no mask, i no vax, i negazionisti della peggior specie, quelli che hanno ridotto il mondo ad una gigantesca infezione, appunto la pandemia, con comportamenti immorali e scriteriati.

Il leghista cultore del dio Po vuole solo accaparrarsi i voti degli incoscienti che ci hanno gettato in questa situazione e quello che dà veramente fastidio è che neppure ha il coraggio di dirlo, o meglio, ha capito che con i senza tetto magari arraffa pure qualche voto in più dai cattolici un po’ sprovveduti, da alcune vecchiette e da molte suore e preti padani, specie pericolosa perché con il cattolicesimo non hanno niente da spartire. Salvini prenda esempio invece dal suo collega Luca Zaia che da persona competente ed avveduta chiude addirittura prima perché ha capito che il “crimine non paga” e prima o poi i nodi verranno al pettine. E il conto da pagare è di quelli salati.