Salvini vuol sfrattare la Raggi. Mentre i suoi salvano Zingaretti alla Regione Lazio. Grazie alle assenze strategiche di due consiglieri leghisti alla Pisana passa la variazione di Bilancio

Al grido di “Raggi dimettiti” la Lega manifesta nella Capitale sotto al Campidoglio. In piazza è presente anche il leader Matteo Salvini che, oltre a lanciare strali contro la sindaca grillina, non perde l’occasione per tirare in ballo pure il governatore del Lazio e segretario del Partito Democratico Nicola Zingaretti: “Roma non è mai stata messa così male: la raccolta dei rifiuti, gli autobus, la gestione delle case popolari, dipende tutto dal Comune e c’è di mezzo la Regione Lazio” tuona il capo leghista, che però nelle elezioni comunali del 2016 al ballottaggio invitò i romani a provare con i 5 Stelle piuttosto che votare il Pd. “Tra Virginia Raggi e Zingaretti non ne fanno una giusta in due”. Ma a non farla giusta sono stati stavolta i suoi alla Pisana: le assenze strategiche di due consiglieri regionali eletti nel 2018 con la lista “Lega con Salvini per il Lazio” hanno salvato Zingaretti consentendogli di portare a casa il Rendiconto finanziario 2018.

La scorsa settimana, al Consiglio regionale, durante la votazione della variazione di Bilancio, la leghista Laura Corrotti è seduta in aula, il capogruppo Angelo Orlando Tripodi è assente (successivamente chiederà scusa) e anche il terzo scranno, quello del segretario d’aula Daniele Giannini resta vuoto. Il voto finisce con 19 favorevoli e 18 contrari: è evidente che sarebbe bastata anche una sola presenza in più nel centrodestra per far finire la partita in parità e il rendiconto di bilancio sarebbe stato respinto. Creando in questo modo più di qualche grattacapo alla maggioranza di centrosinistra che già in passato ha avuto bisogno del Movimento 5 Stelle per non andare sotto.

“Non erano presenti quel giorno in aula al momento della votazione neanche tutti gli esponenti di Fratelli d’Italia” puntualizza il deputato e coordinatore della Lega nel Lazio Francesco Zicchieri: “Persino l’ex sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi non c’era, ma questa non vuole essere una difesa dei nostri, il partito ha intenzione di prendere a stretto giro serissimi provvedimenti verso gli assenti. Comunque, anche se il rendiconto fosse stato respinto, ciò non avrebbe messo a repentaglio la tenuta della maggioranza, tant’è che mi risulta che mancassero anche alcuni consiglieri del Pd. Ma noi siamo all’opposizione e queste cose non devono accadere, non c’è giustificazione che tenga”.

Di diverso avviso Enrico Cavallari, consigliere eletto con la Lega ma approdato dopo pochi mesi al gruppo misto (e assente anch’egli alla votazione in oggetto) che ventila l’ipotesi che le assenze dei leghisti fossero in realtà “strategiche”, vale a dire non casuali: “Un pacco d’aula confezionato dalla Lega”. E in un nota si rivolge direttamente al segretario federale Salvini: “La domanda ora sorge spontanea: ma Matteo Salvini, che vuole mandare a casa la Raggi e Zingaretti, sa di avere tra le mura domestiche chi usa espedienti, e fa accordicchi sottobanco con il nemico Nicola, pur di rimanere incollato alla poltrona? Altro che buttarlo giù”. Infierisce ancora Cavallari: “L’altarino è scoperto: c’è chi predica bene e razzola male. Chi in pubblico si finge ‘duro e puro’ ma nelle segrete stanze incarta il pacco di sicuro”.