Salvini vuole decidere pure i palinsesti Rai. L’affondo di Italia Viva contro le entrate a gamba tesa del Carroccio

In queste ore stiamo assistendo all’ennesima versione del camaleonte Matteo Salvini, che cambia felpa e slogan secondo le convenienze. L’ultima in ordine di tempo è la versione “giustizialista”: tutti in galera. Destinataria delle invettive del leader della Lega è questa volta la capitana della Sea-Watch 3, arrestata nel giugno scorso per aver fatto attraccare la sua nave nel porto di Lampedusa, Carola Rackete, rea di aver partecipato domenica sera a Che tempo che fa, il talk di Rai2 condotto da Fabio Fazio: “Non in tv ma in galera dovrebbe essere una persona del genere”, ha tuonato Salvini. Si occupa dunque anche di palinsesti, il Capitano, ma non è una novità.

Due giorni prima di queste imprecazioni era stato ospite in un salotto a lui più che favorevole, quello di Uno Mattina, su Rai 1, dove il padrone di casa è il giornalista Roberto Poletti, noto (se così si può dire) per aver scritto un libro sullo stesso Salvini e per le sue posizioni leghiste oltranziste, e anche in quell’occasione aveva invocato la galera – nientedimeno che per il presidente del Consiglio – e dato suggerimenti per la programmazione: “Non vorrei che Conte avesse venduto la nostra sovranità per tenersi la poltrona. Se fosse andata così, allora saremmo di fronte ad alto tradimento. E, in pace come in guerra, è un reato punibile con la galera”.

E ancora: “Organizzate un confronto qua con il presidente, noi della Lega abbiamo sempre detto di ‘no’ sul Mes. Se lui viene qua, o fa la figura del bugiardo o quella dello smemorato”. E proprio queste dichiarazioni, espresse senza contraddittorio e senza nessuna replica da parte dei conduttori, hanno scatenato la reazione dei deputati di Italia Viva Michele Anzaldi e Luigi Marattin, che hanno presentato un’interrogazione ai vertici Rai: “Venerdì 22 novembre Matteo Salvini è stato ospite della trasmissione Uno Mattina e parlando del Mes, il Meccanismo Europeo di Stabilità, e ha detto conclamate falsità. La più imbarazzante è stata quando ha affermato che il Mes sarebbe un ‘Fondo privato’, sebbene sia un Fondo europeo che nasce dall’accordo dei singoli Stati, con soldi pubblici, e nel cui consiglio direttivo siedono i ministri dei singoli Stati”.

“Quindi – aggiungono – l’esatto contrario di un fondo privato. Peraltro la trattativa per la modifica al Mes è stata portata avanti nei mesi scorsi dal Governo di cui proprio Salvini era vicepresidente. Ha inoltre accusato il presidente del Consiglio di ‘alto tradimento’, dicendo che andrebbe messo ‘in galera’. Un’affermazione davvero grave, non soltanto per la richiesta di arresto in diretta tv dal primo canale del servizio pubblico della più alta carica del Governo, ma anche perché fa riferimento ad un reato che non esiste. Non è previsto alcun reato di ‘alto tradimento’ per il presidente del Consiglio o per le autorità politiche. Un danno per la credibilità dell’informazione del servizio pubblico aver inoltre proposto ai telespettatori, su Rai1, un’intervista al segretario della Lega con informazioni totalmente false a proposito di salvataggio delle banche che potrebbero colpire i risparmi degli italiani”.

Tutto questo mentre AgCom rende note le presenze dei leader politici nei tg e nei talk: saldamente in testa proprio Salvini presente nelle tv generaliste per 101 ore e 17 minuti di in 4 mesi, seguito da Giuseppe Conte con 90 ore e adirittura il triplo rispetto a Luigi Di Maio (36) e Nicola Zingaretti (29).