Quando scatta (oppure è già scattato) il vincolo storico-relazionale sul secondo anello dello stadio di San Siro? Nessuno lo sa. Nemmeno il ministero della Cultura. Ad ammetterlo, ieri, lo stesso Alessandro Giuli, rispondendo al question time al Senato all’interrogazione della 5 Stelle, Elena Sironi.
Il nodo del vincolo su San Siro
Giuli era chiamato a sciogliere uno dei nodi centrali della vendita del Meazza a Milan e Inter: per il Comune di Milano, il vincolo scatterà solo il 10 novembre 2025, a 70 anni cioè dalla data contenuta nell’unico documento che Palazzo Marino è riuscito a ritrovare nei propri archivi, un verbale di collaudo provvisorio.
La tesi dei Comitati, contenuta nel secondo ricorso al Tar presentato venerdì scorso dall’avvocato Veronica Dini, invece, è che il vincolo sul secondo anello sarebbe già scattato l’8 giugno scorso. A corredo, il ricorso riporta numerose fotografie del secondo anello gremito durante le partite estive. Foto inequivocabili riesumate dagli archivi.
Col vincolo, niente vendita dello stadio a Milan e Inter
Non una questione secondaria: la giunta di Beppe Sala è intenzionata a vendere lo stadio entro l’estate, prima cioè che scatti il vincolo e lo stadio diventi inalienabile. Inoltre, se si dimostrasse che il vincolo è già scattato, ogni atto della giunta sarebbe nullo. E addio affari su San Siro per i due fondi di investimento Usa.
La Sovrintendenza non si è espressa
Nella querelle, fino a oggi, la Sovrintendenza, interrogata dall’Amministrazione, con l’istruttoria n. 10177 del 26 luglio 2023, si era limitata a comunicare, “in via anticipata”, “l’impossibilità di negare la sussistenza di un interesse culturale semplice del secondo anello in vista della futura verifica ai sensi degli artt. 10 e 12 del decreto legislativo n. 42 del 2004, da effettuarsi nel 2025, al compimento dei settant’anni dalla realizzazione del secondo anello”. Insomma non aveva preso posizione.
Anche Giuli prende tempo
Come ieri il ministro Giuli, che ha preso tempo: “Verificherò tramite gli uffici competenti gli elementi che a detta degli interroganti farebbero risalire a prima del novembre 1955 l’utilizzo del secondo anello dello Stadio San Siro” ha dichiarato. “Stante anche la vicinanza della data del compimento del settantesimo dalla costruzione, inviterò i medesimi uffici a fornire un parere definitivo, segnalando peraltro la necessità di stabilire in maniera univoca la data di decorrenza dei 70 anni”, ha promesso il ministro, per il quale comunque, “attualmente, lo stadio non è sottoposto a disciplina di tutela ai sensi del Codice dei Beni culturali e del Paesaggio”. Ma “ho utilizzato l’avverbio attualmente”, ha sottolineato.
Intanto è bagarre sulla perizia di Politecnico e Bocconi
Intanto a Milano tiene banco la polemica sul possibile conflitto di interessi dei due professori di Politecnico e Bocconi chiamati dal Comune a validare la stima dello stadio elaborata dall’Agenzia delle Entrate, docenti che, come svelato da La Notizia, collaborano da tempo con l’Agenzia stessa.
Per gli atenei non esiste alcun conflitto di interessi
Palazzo Marino nei giorni scorsi aveva chiesto spiegazioni ai due atenei, i quali hanno entrambi risposto che i due professori non sono accusabili di alcun conflitto. Il Politecnico ha sottolineato che “non esiste fra la professoressa Alessandra Oppio e l’Agenzia delle Entrate alcun rapporto professionale o economico degno di rilievo e suscettibile di metterne in dubbio l’indipendenza, né è ravvisabile quel sodalizio di interessi economici e/o professionali, stabili e continui, di intensità tale da ingenerare il sospetto che la valutazione resa in sede di consulenza dalla docente non sia oggettiva e genuina”.
E afferma che “pertanto non sussiste alcun conflitto di interessi, nemmeno potenziale, tra l’incarico istituzionale sopra descritto e l’attività di consulenza svolta dalla docente per il Comune”.
Sulla stessa linea la risposta della Bocconi per il professor Giacomo Morri: “L’Università ha condiviso un’ulteriore dichiarazione del professor Giacomo Morri che conferma la non sussistenza di cause di incompatibilità trattandosi di collaborazioni di carattere scientifico e a titolo gratuito” con l’Agenzia delle Entrate.
Ma il conflitto di interesse può essere anche solo potenziale
Tuttavia, indipendentemente dalla remunerazione, esiste il cosiddetto conflitto di interesse potenziale. Tanto che nella “Dichiarazione di assenza di conflitti di interesse” che ogni dipendente comunale deve sottoscrivere per ogni pratica che segue, si elencano i casi possibili: “Rapporti di lavoro subordinato o di collaborazioni intercorse direttamente o indirettamente con il professionista interessato (o con lo studio professionale cui lo stesso sia riconducibile); rapporto di lavoro/consulenza del coniuge, parente o affine operante con qualsiasi ruolo presso il professionista esterno o le imprese che eseguiranno lavori/forniture di beni e servizi in relazione agli eventi si cui al procedimento in questione; conoscenza personale – anche extra-professionale – tale da rendere possibile una contiguità del dipendente con il professionista esterno o lo studio cui esso sia riconducibile”.
Quindi il caso rimane aperto e Palazzo Marino deve spiegare perché non si è accorto dei potenziali conflitti di interessi dei due esperti e perché, una volta ottenuto un parere favorevole dai due professori, ha dato un affidamento senza gara da 120mila euro a Politecnico e Bocconi per l’affiancamento nella vendita dello stadio.