Sanità, il Lazio guida la riforma

di Antonella Aldrighetti

Entro il 2015 entrerà a regime la riorganizzazione dell’offerta sanitaria del Lazio. Per comprendere come cambierà la rete dell’offerta diretta al cittadino utente si deve analizzare innanzitutto quella parte di documento che riforma alcuni dei presidi ospedalieri della capitale. L’ospedale George Eastman, monospecialistico per odontoiatria e maxillo-facciale assieme al presidio del Nuovo Regina Margherita di viale Trastevere, già meta dell’unico pronto soccorso otorino del Lazio, cesseranno la loro attività di ricovero e saranno riconvertiti. Stessa sorte spetterà all’ospedale Forlanini dove le attività ancora in corso saranno trasferite al San Camillo. Ciò non toglie che per la struttura “sono in corso valutazioni per definire la nuova destinazione ad uso istituzionale” si legge nell’atto. Quanto all’altra eccellenza specialistica traumatologica, ossia al Cto Alesini, la destinazione lo vede in vendita all’Inail. Uno dei più grandi ospedali della capitale, il San Filippo Neri, verrà assorbito dalla Asl Roma E che a sua volta verrà unificata alla Asl Roma A. Un accorpamento che porterà la competenza assistenziale dell’azienda dal centro della città fino ai quadranti nord e nord est compresi. Un altro accorpamento di riguardo spetterà ai maggiori tre Irccs (Istituti di ricerca ricovero e cura a carattere scientifico) romani. Si tratta dello Spallanzani che sarà unificato all’istituto per la cura dei tumori Regina Elena e al San Gallicano. Qualche intervento riguarderà anche i presidi ospedalieri dell’hinterland: l’ospedale di Subiaco, Bracciano e di Monterotondo verranno riconvertiti, così altri piccoli ospedali tra cui Acquapendente a Viterbo, in case della salute. Nell’area dei Castelli romani con l’apertura del nuovo Ospedale dei Castelli con circa 300 posti letto si andranno a chiudere gli Ospedali Riuniti di Albano e Genzano e l’ospedale Luigi Spolverini di Ariccia. Un’altra chiusura d’eccellenza riguarderà l’Agenzia regionale trapianti che consentirà “la valorizzazione delle funzioni e – si riporta – delle attività del Centro regionale trapianti”. In questo stesso contesto si vuole ridefinire anche il ruolo e l’assetto istituzionale del Policlinico Tor Vergata tra università omonima e Fondazione Irccs. Miglioramenti in vista per l’Asl di Latina che si guadagnerà il potenziamento del Pronto soccorso e per l’ospedale Belcolle di Viterbo dove verrà attivata l’unità neuro vascolare. Stessi procedimenti di riallocazione gestionale vedranno protagonista anche l’area dell’emergenza sia sul territorio che negli stessi presidi ospedalieri. Il programma del commissario Zingaretti prevede la riduzione delle centrali operative dell’Ares 118 con l’accorpamento di quella romana e provinciale nonché di quelle dei territori di Rieti e Viterbo oltre alla disattivazione della centrale operativa regionale. Su questa base sarà avviato anche un piano di rimodulazione del numero dei mezzi di soccorso, ambulanze e auto mediche che potranno essere anche appaltati con gara regionale e suddivisi per territorio “in base alla percorribilità viaria e – si legge nel testo – densità della popolazione servita”. Non manca all’interno delle novità programmatiche neppure le rimodulazione del modello organizzativo della rete laboratoristica privata “che preveda la presenza di 8 laboratori Hub su un totale di 39 e la disattivazione di 34 laboratori (16 collocati all’interno di Asl e 18 all’interno di aziende ospedaliere e universitarie), con diverse tipologie di offerta distinte per volume e prestazioni”.