Sanità nel Lazio è in coma. I privati si mangiano l’80 per cento dei fondi

Nel Lazio governato da Francesco Rocca la sanità privata ha di nuovo la meglio su quella pubblica.

Sanità nel Lazio è in coma. I privati si mangiano l’80 per cento dei fondi

Nel Lazio di Francesco Rocca la sanità privata ha di nuovo la meglio su quella pubblica. Nonostante la campagna elettorale per le Regionali si sia basata proprio sul tema della sanità, vista la situazione problematica nel Lazio, con ambulanze nel caos, pronto soccorso in tilt e liste d’attesa infinite, Rocca continua a puntare sulle cliniche private, investendo più lì che su quelle pubbliche che, invece, come affermerebbe ogni cittadino laziale, avrebbero decisamente bisogno di fondi. Dai dati emerge infatti che alla sanità privata sono andati oltre il 78% dei fondi a disposizione.

Nel Lazio governato da Francesco Rocca la sanità privata ha di nuovo la meglio su quella pubblica

L’ospedale che ha ricevuto la cifra più alta di finanziamenti è proprio un ospedale privato, il Gemelli, che si posiziona al primo posto con 31,8 milioni di euro ottenuti; non è andata poi tanto peggio all’Umberto I, che ha ottenuto 26,6 milioni di euro, così come al San Camillo, che ha ricevuto 18,4 milioni, oltre – e vale per tutte e tre le strutture, insieme al San Giovanni – i 40 milioni di euro di finanziamento aggiuntivi. Dopotutto, come dichiarava il mese scorso la consigliera regionale del Partito democratico, Eleonora Mattia, “uno dei primi atti della destra al governo regionale è stato colpire la sanità pubblica con lo stop di risorse e assunzioni, da un lato per esigenze di budget e, dall’altro lato, aprendo ai privati, ad esempio facendoli entrare nella gestione delle liste d’attesa o addirittura favorendo sprechi di soldi pubblici e precariato per i lavoratori con misure scandalose come i ‘medici a gettone’ nei Pronto Soccorso”.

Si sottolinea, infatti, che il Campus biomedico, che è una struttura accreditata, e che ha 13 posti letto, ha ottenuto 2,5 milioni di euro, una cifra che paragonata a quella ottenuta dallo Spallanzani esemplifica perfettamente le priorità della giunta Rocca. Lo Spallanzani, infatti, che è una struttura pubblica con 25 posti letto, quindi quasi il doppio di quelli che offre il Campus, ha ottenuto 2,4 milioni di euro. Non solo: per la terapia intensiva neonatale, le strutture pubbliche hanno ricevuto 4,3 milioni di euro, cioè quasi un quarto di quelli ricevuti dalle strutture accreditate che hanno ottenuto invece ben 15,9 milioni di euro.

Per quanto riguarda gli ospedali di secondo livello, ovvero quelli con un bacino di utenza che oscilla tra i 600mila e il milione e 200mila, la gran parte dei fondi – 11,3 milioni di euro – è arrivata nelle mani del Policlinico Casilino, che è un centro privato; l’ospedale pubblico Pertini ha invece ottenuto 7,7 milioni, seguito dal Sant’Eugenio, con 6,2 milioni, dal Goretti a Latina, con 6,1 milioni, dal Grassi a Ostia, con 6 milioni e dal Belcolle a Viterbo, con 5,6. A ricevere fondi, tra gli ospedali privati, troviamo nella lista anche l’Aurelia hospital, il Gemelli Isola Tiberina, il San Giovanni Calabita, il San Pietro Fatebenefrateli, il Vannini, il Campus biomedico, il Cristo Re, il San Carlo di Nancy, il Sant’Anna, la Città di Aprilia e l’Icot. Si tratta di numeri che stridono con le promesse e l’impegno espressi dal presidente Rocca.

L’ospedale che ha ricevuto la cifra più alta dalla Regione Lazio è il Policlinico Gemelli di Roma con 31,8 milioni

Proprio qualche giorno fa, infatti, il governatore ha ricordato di non aver voluto nominare un assessore alla Sanità e di aver voluto tenere per sé la delega perché, come ha detto lui stesso, “non mi piace prendere in giro nessuno, in modo tale che, alla fine dei cinque anni di amministrazione, se c’è un responsabile sarò io. Non volevo mediatori”, ha incalzato, “in quella che è la sfida più importante per la dignità dei nostri cittadini e dei nostri pazienti. Il presidente deve caricarsi sulle spalle questa responsabilità per dare finalmente delle risposte che per troppi anni sono mancate”.

A questo punto, allora, non ci resta che attendere. Saranno i cittadini, soprattutto quelli che non possono permettersi una visita privata e che si trovano ad aspettare mesi preziosi prima di un appuntamento, a giudicare quanto fatto dalla Regione e sì, la responsabilità, nel bene e nel male, sarà tutta del presidente Rocca.