Sanità romana in codice rosso. Nuove nubi sul San Giacomo. L’ospedale è chiuso e abbandonato ma la Regione continua a pagare l’affitto. Il caso è finito in Parlamento

Per l'ospedale San Giacomo di Roma, chiuso ormai da 10 anni, la Regione Lazio continua a pagare l'affitto

Oltre al danno la beffa. è alquanto singolare pagare l’affitto per una struttura chiusa da dieci anni. Così il deputato di Liberi e Uguali, Stefano Fassina, ha deciso di portare in Parlamento il caso dell’ospedale San Giacomo di Roma finito al centro di una sua interpellanza al Governo nella quale ne sollecita la riapertura al più presto. Anche alla luce di un danno erariale, già evidenziato da una relazione della Corte dei Conti e che Fassina ricorda nel documento presentato. Si tratta di un vero e proprio atto di accusa nei confronti di un’operazione finanziaria definita insostenibile e irragionevole.

I magistrati contabili avevano, difatti, stroncato il piano del 2002 dell’allora presidente della Regione Francesco Storace, che per far quadrare i conti della sanità in rosso, creò una società, la San. Im Spa, alla quale furono venduti 56 ospedali, tra cui appunto il San Giacomo, a un prezzo di 1.949 milioni di euro, che a sua volta le ha riaffittate alle Asl di competenza. I crediti vantati furono poi ceduti ad un’altra società, la Cartesio srl, che ha emesso dei titoli obbligazionari. Il 13 dicembre 2017 la Regione, guidata da Nicola Zingaretti del Pd, aveva poi riacquistato 16 di queste strutture con un’operazione finanziaria, che era finalizzata a ridurre i costi rimasti da allora a carico del bilancio regionale.

Tra questi anche il San Giacomo, oggetto pochi giorni dopo di una delibera della Giunta Zingaretti che lo destinava alla valorizzazione, ovvero farlo diventare una struttura per anziani, un centro commerciale o un parcheggio perché non poteva tornare ad essere un ospedale. Un’idea assolutamente non condivisa da Fassina e nemmeno dalla Giunta guidata da Virginia Raggi. L’esponente di Leu ha così chiesto al ministero della Salute di intervenire al più presto per far riaprire la struttura. E adesso attende una risposta dal Governo. In particolare, ciò che viene evidenziato al Governo è che fino al 2033 la Regione Lazio dovrà ancora pagare 2 milioni di euro all’anno per il San Giacomo, chiuso dal 2008 dopo 670 anni di attività.

La Regione ha persino speso circa 20 milioni di euro per lavori di ristrutturazione programmati fino al 2013 e da quel momento la struttura è in stato di totale abbandono. Quindi, non è possibile – ha messo nero su bianco – lasciare che tale immobile dipenda dai vincoli finanziari della società San.Im per altri 12 anni e continuare a destinare denaro per l’ospedale senza che ci sia alcun beneficio. Anche perché questa situazione ha depotenziato il servizio sanitario pubblico di Roma.

Così ha chiesto al Governo un tavolo di confronto con la Regione e con le autorità competenti per valutare le procedure da attivare affinché il San Giacomo possa riaprire. Nella stessa direzione si sta muovendo la Giunta Raggi che è già da un pò al lavoro per fermare il piano della Regione e dare seguito a una mozione bipartisan con la quale il Campidoglio chiedeva a Zingaretti di ragionare sul destino dell’ospedale.