Sanità all’ultimo stadio. Fuorilegge il 25% delle Guardie mediche. Controlli a tappeto dei Nas. Ignorate pure le norme anti-Covid

Sanità all’ultimo stadio. Fuorilegge il 25% delle Guardie mediche. Controlli a tappeto dei Nas. Ignorate pure le norme anti-Covid

Quanto sia stata ridotta male la sanità è emerso in tutta la sua forza una volta esplosa la pandemia. Anni di tagli selvaggi e di progetti di modernizzazione rimasti al palo hanno portato immediatamente a una situazione di allarme. Sono seguiti mesi di promesse su un cambio di passo, sulle tanto attese vere riforme, ma ad un anno quasi dall’inizio dell’emergenza coronavirus gli stessi servizi territoriali continuano ad essere pieni di gravi carenze, tanto che i carabinieri del Nas hanno appena trovato irregolarità nel 25% dei cosiddetti servizi sanitari di continuità assistenziale, meglio noti come Guardie mediche, frequentemente le uniche strutture a cui i cittadini possono rivolgersi nei giorni festivi e in orario notturno. Ed è emerso pure un triste paradosso: mentre viene raccomandato a tutti di seguire scrupolosamente le misure di prevenzione anti-Covid, proprio in tali ambulatori il Nucleo antisofisticazioni e sanità ha appurato come quelle regole fondamentali per prevenire i contagi venissero ignorate.

LO SCREENING. I carabinieri del Nas, d’intesa con il ministro della salute Roberto Speranza, hanno svolto ispezioni in tutta Italia, andando a controllare le Guardie mediche proprio nei giorni di festa e durante la notte. Sono state compiute verifiche in ben 390 presidi cosiddetti di continuità assistenziale, sia nelle grandi città che nei piccoli centri, e sono state appunto rilevate criticità in 99 casi, che hanno portato a 19 denunce all’autorità giudiziaria e a 85 segnalazioni alle autorità amministrative e sanitarie regionali nei confronti dei responsabili dei servizi e degli stessi dirigenti delle Asl, oltre che di medici, infermieri e altri operatori sanitari.

Le irregolarità riscontrate, fanno sapere dal Comando carabinieri tutela della salute, sono riconducibili in 3 casi su 4 a unità sanitarie ubicate in strutture e immobili con carenze igienico-sanitarie, tecnologiche, organizzative e strutturali, dovute ad ambienti con presenza di muffe ed umidità, mancanza di vie di fuga, locali privi di accesso per persone disabili e servizi igienici non funzionanti o non distinti per operatori e utenti. In altri casi sono poi emersi problemi anche sulla sicurezza degli operatori sanitari, esposti a potenziali episodi di aggressione da parte di utenti in stato di agitazione o malintenzionati, mancando sistemi di allarme, di videosorveglianza o del servizio di vigilanza, di collegamento alla centrale delle forze di polizia, porte blindate e inferriate alle finestre.

Ma non sono mancate appunto neppure violazioni alle norme anti-Covid, visto che in 22 casi è stato riscontrato che non vi erano protocolli preventivi e di dispositivi di protezione individuale. Assente persino il gel igienizzante. Scoperti infine farmaci e altri dispositivi scaduti (260 le confezioni sequestrate) o la preoccupante assenza di medicinali salvavita come l’adrenalina.