Santanché appesa alla Cassazione: spera nell’inchiesta Inps a Roma

Sperare che la Cassazione sposti l'inchiesta per truffa da Milano a Roma. Così la ministra conta di evitare le dimissioni. Per un altro anno

Santanché appesa alla Cassazione: spera nell’inchiesta Inps a Roma

Una volta per tutti era la “Pitonessa”. Oggi è miseramente declassata a “Lady Vinavil”… È la traiettoria di Daniela Santanchè, ministro (traballante) del Turismo. Per Danielona sono giorni duri: prima il rinvio a giudizio dal Tribunale di Milano per l’accusa di falso nella gestione dei bilanci di Visibilia Editore; poi le rivelazioni di domenica scorsa di Report sulla cessione di quote sempre di Visibilia a un misterioso imprenditore indagato per evasione fiscale.

Domani la sentenza della Cassazione

Tutte mazzate che l’hanno fatta barcollare, ma non cadere. Perché la Pitonessa-Vinavil sa che deve “tirare” fino a domani. Fino a quando, cioè, la Cassazione deciderà se accettare o meno la richiesta dei suoi legali di trasferire il procedimento che la vede indagata per truffa aggravata ai danni dell’Inps, da Milano a Roma, con la motivazione che la procura meneghina le sarebbe ostile.

Se l’inchiesta resta a Milano, le dimissioni saranno inevitabili

La ministra è conscia che rispetto al falso in bilancio, se venisse rinviata a giudizio per aver truffato lo stato – avendo incassato i fondi della cassa-integrazione Covid, mentre i suoi dipendenti lavoravano – per lei le dimissioni sarebbero inevitabili. La procura, per questo fascicolo, aveva chiesto il suo rinvio a giudizio già lo scorso maggio. Lei è riuscita a procrastinare e a “rifugiarsi” in Cassazione.

Qualora l’alta corte le desse ragione e spostasse tutto il procedimento a Roma, l’indagine dovrebbe ripartire da capo e Santanchè avrebbe almeno un anno di tempo per poter elaborare una (non) exit strategy. Se invece la Cassazione domani darà il via libera a Milano, alla Pitonessa resterebbero una manciata di settimane, forse un mese, prima del rinvio a giudizio. Tanto che lei stessa ha già detto che se fosse “stata rinviata a giudizio”, per questo filone, “avrei fatto sicuramente un passo indietro”. Quindi si dimetterà.

Intanto la Santanché attacca: ” Che lingua parlo io? Non mi dimetto”

Lei intanto, in trasferta in Arabia Saudita, a bordo dell’Amerigo Vespucci, ieri ha fatto professione di sicurezza e ha risposto col suo stile brusco (da Pitonessa) a quanti chiedevano lumi sulle possibili dimissioni. “Dimettermi? Ancora? Ho detto tutto quello che dovevo dire. Che lingua parlo io? Spero di essere sempre chiara, ci metto sempre la faccia, vi voglio tanto bene”, ha detto. “Io vengo e sono in un partito garantista”, ha aggiunto.

E circa un eventuale appuntamento con Giorgia Meloni per discutere l’addio, ha tagliato corto: “Non abbiamo fissato alcun incontro. Continueremo a vederci come sempre”. Intanto sui social postava: “E la nave va. Nulla può fermare la bellezza italiana. E il veliero Vespucci, ambasciatore della nostra bellezza, fa sbarcare la nostra eccellenza in tutti i porti del mondo”.

La bocca cucita di Giorgia Meloni

Tutti gli occhi puntati sulla Cassazione, quindi. E tutte le bocche cucite fino a domani. A partire proprio da quella della premier, che “deve ancora farsi un’idea”. Non che ci sia poi molto da capire, poi. Ma sicuramente, se il procedimento “truffa allo Stato” resterà a Milano, non ci sarà presidente del Senato che tenga, Santanché sarà fuori dal governo.

Conte: “Lady Vinavil è una vergogna”

Intanto le opposizioni si scatenano: “La ministra Santanchè, Lady Vinavil, sta portando in giro l’immagine dell’Italia all’estero, ma come è possibile? Domani (oggi) chiederemo ancora la calendarizzazione della nostra mozione di sfiducia nei suoi confronti perché è veramente una vergogna”, ha tuonato ieri il leader M5s Giuseppe Conte durante una diretta sui social.

“Meloni affermando su Santanchè che un rinvio a giudizio non è motivo di dimissioni difende l’indifendibile”, aggiunge l’Avs Angelo Bonelli, “Sotto Processo per falso in bilancio e indagata per truffa ai danni dello Stato Santanchè continua a fare la ministra: c’è chi si è dimesso per molto meno. Ma ormai il governo è la fiera degli impresentabili. La Santanchè riesce ad imporre la sua linea alla premier: ci domandiamo perché”.